Addio Socrates. Una gastrite si porta via il mitico campione della Nazionale brasiliana
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SAN PAOLO (BRASILE), 4 Dicembre 2011 – Il popolo carioca piange il grande Socrates, uno dei più grandi campioni del calcio verdeoro, leggenda degli anni settanta e ottanta e mitico capitano della Nazionale più forte di tutti i campi. Stamane, all’ospedale Albert Einstein del capoluogo paulista, è spirato a soli 57 anni a causa di una grave infezione intestinale dopo il terzo ricovero d’urgenza in pochi mesi. Lo conoscevano tutti con il soprannome Doutor, perché lui dottore lo era davvero.
A ridurlo così è stata una devastante cirrosi epatica, provocata da anni di alcolismo contro cui ha combattuto a lungo, sebbene la causa ufficiale del decesso sia stata un’infezione generalizzata provocata da un batterio contratto dopo una cena con gli amici.[MORE]
172 goal in 298 partire nel Corinthias (la squadra della sua città) lo resero famoso in Brasile, osannato da tutti i tifosi del paese, anche da quelli delle squadra rivali di Rio de Janeiro.
A renderlo celebre in tutto il Mondo fu la storica sfida con l’Italia nel trionfale Campionato mondiale del 1982. Nell’ultima partita del girone dei quarti, le due squadre si fronteggiavano per accedere alle semifinali: entrambe avevano battuto l’Argentina di Maradona (l’altra compagine del raggruppamento), ma i brasiliani avevano segnato un goal in più e quindi bastava un pareggio per volare tra le prime quattro del torneo. Gli azzurri si scatenarono e non ci fu nulla da fare per Socrates (che segnò anche una rete in quel memorabile 3-2) e compagni, tra i quali figuravano i grandi Zico, Falcão e Cerezo, tutti campioni che hanno giocato in serie A.
Centrocampista elegante dalla classe cristallina, giocava un calcio cadenzato con accelerazioni improvvise, impreziosito da imprevedibili colpi di tacco, guidò con grande tenacia quella Nazionale che risultò però incompiuta e non portò a casa nemmeno un trofeo internazionale, nonostante sia stata la più bella della storia del calcio.
Arrivato a Firenze a carriera già in declino, non riuscì ad abituarsi al nostro campionato e gettò la spugna rapidamente, tornando in Brasile dopo appena un trentina di partite con la maglia viola. Militante di sinistra, spirito libero ed estroso, Socrates è ricordato in Brasile per aver lottato a favore della democrazia durante il regime militare, e soprattutto per aver tentato di applicare le sue convinzioni anche negli spogliatoi. La “democrazia corinthiana”, fu un movimento che cambiò la vita quotidiana del club, con i giocatori chiamati non solo ad obbedire alle scelte degli allenatori, ma a decidere insieme strategie in campo e fuori. Finita la carriera, divenne commentatore di calcio e columnist di un noto settimanale, Carta Capital. Sempre accompagnato, purtroppo, dal vizio dell'alcol che l’ha rovinato.
Un altro Campione, simbolo di un calcio che non tornerà più, ci ha lasciato. Addio grande Dottore.
Stefano Villa
Nella sezione video un tributo con immagini e goal di Socrates.