Acqua pubblica. Le liberalizzazioni potrebbero cancellare il referendum
Politica Lazio

Acqua pubblica. Le liberalizzazioni potrebbero cancellare il referendum

giovedì 19 gennaio, 2012

ROMA, 19 GENNAIO 2012 – Queste le parole che si ergono sonanti dai comitati che difendono l’acqua come bene comune. Il coordinamento romano per l’acqua pubblica ieri pomeriggio ha organizzato un sit in davanti a Montecitorio, per manifestare contro le liberalizzazioni di Monti in tema di acqua pubblica. Per oggi pomeriggio è fissato il Consiglio dei Ministri, nel quale si discuterà proprio delle privatizzazioni dei servizi idrici.[MORE]

Gli attivisti puntano il dito contro gli Artt. 19 e 20 del decreto sulla crescita – a cui sta lavorando il nuovo governo – e che, secondo i comitati in difesa dell’acqua, potrebbero mettere in discussione i risultati della consultazione popolare. Senza dimenticare che ancora oggi l’esito referendario, che ha messo la parola fine sui profitti legati all’acqua, non viene applicato. Una scelta che dimostra palesemente la volontà di lasciare il servizio idrico nelle mani delle società per azioni.

Nel dettaglio, se saranno approvati:
L’Art. 19 obbligherà le amministrazioni comunali a cedere buona parte dei loro asset nelle società di gestione dei servizi pubblici locali;
L’Art. 20 eliminerà la possibilità di creare enti di diritto pubblico, come i consorzi, per la gestione di quei servizi “di rilevanza economica generale”.

Con buona pace dei 27 milioni di italiani che il 12 e il 13 giugno avevano espresso il loro Sì all’acqua come ben comune e diritto umano fondamentale. Nei giorni scorsi il Forum italiano dei movimenti per l’acqua ha lanciato un appello all’esecutivo, chiedendo di eliminare gli articoli contestati sulle privatizzazioni, e raccogliendo le adesioni di decine di migliaia di cittadini. Tra i primi firmatari: Stefano Rodotà, Roberto Vecchioni, Alberto Lucarelli, Ugo Mattei, Gino Strada, Dario Fo, padre Alex Zanotelli.

(foto: paesesera.it)

Annachiara Cagnazzo


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