Abuso di posizione dominante: l'Antitrust multa Poste Italiane
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ROMA; 15 DICEMBRE 2011 - L'Antitrust ha inflitto alle Poste Italiane una maxi multa da 39,377 milioni di euro. La sanzione, una delle più alte mai decretate dall'Autorità per la Concorrenza, è stata comminata per aver abusato della propria posizione dominante con l'obiettivo di ostacolare la concorrenza.[MORE]
L'addebito riguarda nello specifico due servizi; il recapito “ a data e ora certa” e la notifica attraverso messo notificatore, ovvero la consegna di multe e atti amministrativi.
La decisione è arrivata al termine di un iter istruttorio, avviato in seguito a una denuncia depositata nel 2009 da un network privato delle consegne, la Tnt Post, e che ha portato a individuare una serie di comportamenti atti a escludere i concorrenti e a indebolirne la capacità competitiva. Secondo quanto è emerso dall'indagine dell'Antitrust, dopo che il gruppo Tnt ha iniziato a fornire questi due servizi, Poste Italiane non si è limitata a replicarli, il che sarebbe stato del tutto lecito, ma «a partire dal 2007 ha sfruttato il proprio potere di mercato, detenuto nei servizi postali tradizionali e fondato, tra l’altro, sul possesso di una rete integrata». Lo ha fatto «soprattutto applicando prezzi predatori, non praticabili da concorrenti in quanto resi possibili dalla mancata imputazione di costi relativi all’utilizzo della rete già usata per il servizio universale. Tali comportamenti... rientrano in un’unica strategia».
In particolare, nel mercato del servizio di recapito a data e ora certa, Poste «ha dapprima attuato politiche a danno dell’immagine del concorrente Tnt, che aveva lanciato il servizio “Formula Certa”, costruendo, con ingenti investimenti, una rete alternativa». «Il passo successivo di Poste - prosegue la nota -, una volta entrata nel mercato liberalizzato dei servizi a valore aggiunto, è stato quello di adottare strategie di prezzi predatori e offerte selettive, offrendo il servizio PostaTime proprio a quei clienti-mittenti dei concorrenti oggetto della procedura di restituzione descritta, sfruttando la rete utilizzata per il servizio universale senza imputare il relativo costo».
Ossia, non restituiva all'operatore concorrente bensì al mittente e solo previo pagamento a prezzo pieno della restituzione, diversamente da quanto richiesto ai propri clienti, il tutto da effettuarsi entro dieci giorni dalla comunicazione, in caso contrario Poste Italiane si riservava di distruggere gli invii.
Sempre a giudizio dell’Antitrust «la stessa strategia consistente nel formulare prezzi predatori è stata seguita in occasione delle gare del Comune di Milano e di Equitalia, bandite nel 2008 e aventi a oggetto la consegna attraverso messo notificatore di multe e atti amministrativi e il servizio di recapito a data e ora certa».
Con la stessa strategia quindi, Poste è risultata vincitrice della gara del Comune di Milano e di tre lotti su quattro della gara Equitalia.
Oltre alla multa, l'Antitrust ha intimato a Poste Italiane di cessare immediatamente i comportamenti vessatori e di inviare entro e non oltre tre mesi una relazione che illustri le strategie utilizzate per rimuoverli. Secondo il direttore generale dell'Authority, Giovanni Calabrò, il fatto che a distanza di un anno dalla liberalizzazione del mercato persistano ostacoli che impediscono un'effettiva concorrenza indica che urgono delle regole.Intanto Poste Italiane ha annunciato che ricorrerà al Tar e in una nota ufficiale comunica di "aver sempre rispettato le regole della concorrenza e del mercato e, per questo, ha conferito mandato ai propri lega legali per ricorrere al Tar contro il provvedimento dell'Authority certa di poter far valere le proprie ragioni davanti al giudice amministrativo".
foto da agi.it
Maria Assunta Casula