"Abbiamo perso, è evidente" Bondi lascia, Alfano coordinatore unico
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ROMA, 31 MAGGIO- La maggioranza è stata decisamente sconfitta, ormai è palese. Ad ammetterlo è anche lo stesso presidente del Consiglio, sebbene dopo attimi di tentennamento. D’altronde i numeri parlano chiaro.[MORE]
Una valanga ha travolto il Pdl che si trova in una situazione certamente poco piacevole e semplice. Ma, come di consueto, il sempre umile Silvio non si prende alcuna colpa o responsabilità e sottolinea come l’esecutivo debba ovviamente continuare a lavorare nella totale normalità. Le idee sono forse un po’ confuse. Se alla vigilia del primo turno il presidente sosteneva che le elezioni amministrative sarebbero state un test importante, alla vigilia dei ballottaggi ci ha ripensato escludendo categoricamente una crisi di governo anche in caso di sconfitta a Milano e Napoli.
Nel frattempo liti in famiglia nel Pdl. Bossi aveva già dichiarato ragionando sulle previsioni del voto: “Se si perde in tutte le grandi città vorrà dire che ci ritroveremo con la valigia in mano”. Da Radio Padania risuonano duramente parole di astio: “Più che la sconfitta della Lega è la sconfitta di Berlusconi. Mandiamolo a casa!”. Dopo vent’anni di rapporti con Berlusconi dobbiamo attenderci questo divorzio? A rassicurarci è proprio il presidente a cui preme sottolineare che la sua alleanza con il Senatur regge. Probabilmente gli elettori leghisti o, a quanto è emerso dalle amministrative, ex leghisti non sono d’accordo. E forse proprio per questo il carroccio rischia molto e non può permettersi di abbandonare il caro compagno Silvio.
E la bufera non si arresta in Val Padana. Sandro Bondi, richiamandosi esplicitamente al risultato dei ballottaggi, formalizza le sue dimissioni da coordinatore Pdl –già annunciate precedentemente- e assegna al suo annuncio il valore di stimolo a Silvio Berlusconi per una svolta nella gestione del partito. Ma anche in questo caso il premier ha la risposta pronta: “lavorerà al mio fianco”. E ancora: “le sue dimissioni erano previste”. Tutto era già previsto, tutto è risolvibile, tutto è normale. Di fatto però lo Statuto del Pdl prevede un triumvirato al suo vertice e sarebbe necessaria la convocazione di un congresso per sostituire Bondi. Ma probabilmente troppe sono le pressioni tra i vari fronti interni perché si possa avviare una stagione congressuale in tutta tranquillità. Il ministro Frattini consiglia la costituzione di “Stati Generali del Pdl, organismo intermedio con membri scelti dal presidente Berlusconi”. Termini che ricordano i tempi di Luigi XVI, il quale però, è bene ricordare, finì alla ghigliottina.
Nel tentativo di rilanciare il Pdl, con ogni probabilità il ministro della Giustizia Angelino Alfano si avvia ad essere il nuovo coordinatore unico del partito, come ha annunciato il premier. "È tutto un processo già previsto, stiamo vedendo, è un processo già avviato, un lavoro sul Pdl di cui mi occupo direttamente perché voglio rilanciarlo alla grande". Dunque anche Alfano come coordinatore unico era in programma.
Fosse stata in programma anche la sconfitta alle amministrative? Mentre Berlusconi si dice sereno e combattivo, i cittadini “senza cervello” festeggiano i loro sindaci “comunisti”. Il vento è cambiato?
Filomena Maria Fittipaldi