A Roma per l’ultimo saluto a Papa Francesco: ai funerali anche chi lo contrastò e chi lo amò


ROMA – Le campane di San Pietro suonano lente mentre Roma si prepara ad accogliere una folla mondiale per dare l'addio a Papa Francesco. Un pontefice che ha incarnato l’umiltà e la difesa degli ultimi, ma che ha pagato il prezzo della sua voce controcorrente con critiche, insulti e soprattutto indifferenza.
Francesco, la voce degli ultimi e la coscienza del mondo
In vita, Jorge Mario Bergoglio si è speso senza tregua per la pace, contro le guerre, per la giustizia sociale e per l’ambiente. Un Papa che non ha avuto paura di usare parole forti: contro le guerre di potere, contro l’indifferenza globale, contro le élite che dimenticano i poveri. Le sue omelie, i suoi discorsi, i suoi viaggi – spesso in Paesi dimenticati dal mondo – raccontano di una missione diversa: quella del pastore che non cerca il consenso, ma la verità.
Chi lo contrastò... e oggi siederà in Vaticano
Il paradosso più evidente è rappresentato dalla presenza di alcuni leader che, in vita, avevano apertamente attaccato o ignorato Papa Francesco. Tra questi:
- Javier Milei, presidente dell’Argentina, che lo definì “imbecille” per le sue posizioni in difesa dei poveri. Oggi sarà presente ai funerali, accompagnato dalla sorella Karina Milei.
- Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti, duramente criticato da Francesco per la sua politica migratoria e per l’idea di costruire muri al posto di ponti.
- Benjamin Netanyahu, premier israeliano, che ha scelto di non partecipare né di inviare messaggi ufficiali di cordoglio, segno del profondo gelo nei rapporti col Vaticano legato alla questione mediorientale.
- Vladimir Putin, che ha inviato solo una delegazione diplomatica, evitando di esporsi personalmente.
La loro presenza (o assenza) racconta quanto scomodo fosse il messaggio del Papa per chi esercita il potere senza visione umanitaria.
Chi lo amò e gli fu vicino
Accanto a queste presenze discordanti, ci saranno anche leader e figure pubbliche che hanno sempre mostrato rispetto, affetto e collaborazione con Francesco:
- Luiz Inácio Lula da Silva, presidente del Brasile, accompagnato dalla moglie Janja, ha sempre espresso sintonia con la visione sociale e umana del Papa.
- Emmanuel Macron, presidente della Francia, che più volte ha dialogato con Bergoglio su temi globali e diritti civili.
- Marcelo Rebelo de Sousa, presidente del Portogallo, amico personale del Papa e punto di riferimento per il dialogo euro-mediterraneo.
- Sergio Mattarella, presidente della Repubblica Italiana, simbolo di equilibrio istituzionale e vicino al pensiero sociale di Francesco.
- Re Felipe VI e Regina Letizia, Spagna, sempre presenti nei momenti chiave del pontificato.
- Ursula von der Leyen, Roberta Metsola e António Costa, in rappresentanza dell’Unione Europea, che più volte hanno fatto eco alle istanze del Papa in sede politica.
Anche molte delegazioni dall’Africa, dall’America Latina e dall’Asia saranno presenti in forma ufficiale, rappresentando quella parte di mondo che Francesco ha sempre messo al centro della sua azione pastorale.
Il mondo si ferma, ma Francesco aveva già parlato
La contraddizione è evidente: molti di coloro che ora renderanno omaggio con la presenza solenne furono assenti quando Francesco chiedeva ascolto. Ma forse è proprio in questo silenzio che risiede l’eredità più potente di questo Papa: aver parlato anche quando nessuno voleva sentire.
Mentre Roma si ferma, il suo messaggio continua a camminare: pace, dignità, attenzione ai più deboli, verità senza compromessi. Un addio che è anche un richiamo.
Ecco i Leader mondiali ai funerali di Papa Francesco
Oltre duecento delegazioni ufficiali parteciperanno ai funerali, con la presenza di capi di Stato, presidenti del Consiglio, monarchi e figure istituzionali di primo piano.
Stati Uniti
Donald Trump, ex presidente, con la moglie Melania
Francia
Emmanuel Macron, presidente della Repubblica
Germania
Frank-Walter Steinmeier, presidente
Olaf Scholz, cancelliere
Italia
Sergio Mattarella, presidente della Repubblica
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio
Regno Unito
Keir Starmer, primo ministro
Principe William, in rappresentanza della famiglia reale
Spagna
Re Felipe VI e Regina Letizia
María Jesús Montero e Yolanda Díaz, vicepresidenti
Félix Bolaños, ministro della Presidenza
Alberto Núñez Feijóo, leader dell'opposizione
Belgio
Re Filippo e Regina Matilde
Portogallo
Marcelo Rebelo de Sousa, presidente
Luís Montenegro, primo ministro
José Pedro Aguiar-Branco, presidente del Parlamento
Paulo Rangel, ministro degli Esteri
Brasile
Luiz Inácio Lula da Silva, presidente, con la moglie Janja
Argentina
Javier Milei, presidente, con la sorella Karina Milei
Ucraina
Volodymyr Zelensky, presidente
Polonia
Andrzej Duda, presidente, con la moglie
Lettonia
Edgars Rinkevics, presidente
Lituania
Gitanas Nauseda, presidente
Romania
Ilie Bolojan, presidente ad interim
Svizzera
Karin Keller-Sutter, presidente
Timor Est
José Ramos-Horta, presidente
Bendito Freitas, ministro degli Esteri
Unione Europea
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione
Roberta Metsola, presidente del Parlamento
António Costa, presidente del Consiglio europeo
Cina
Pechino ha espresso cordoglio, ma non ha confermato la presenza ufficiale
Russia
Vladimir Putin non sarà presente, ma la Russia invierà una delegazione ufficiale
Il paradosso dell’ultimo inchino
Francesco ha sfidato i potenti con parole semplici e gesti radicali. Ha detto no alle guerre, ai muri, alla logica del profitto sopra la dignità. Oggi molti di coloro che lo ignorarono in vita si inginocchiano davanti al suo feretro. Una contraddizione che racconta meglio di mille parole l’impatto profondo di un pontificato scomodo e profetico.
Mentre Roma si ferma, il messaggio di Francesco continua a camminare: costruire ponti, non muri. Dare voce a chi non ne ha. Cercare la pace anche dove tutti vedono solo conflitto. È questo che oggi il mondo saluta.