"A noi Schettino, a voi Auschwitz", al resto degl'italiani: il cattivo gusto de "Il Giornale"
Cronaca Lombardia

"A noi Schettino, a voi Auschwitz", al resto degl'italiani: il cattivo gusto de "Il Giornale"

venerdì 27 gennaio, 2012

MILANO, 27 GENNAIO 2012- Davvero infelice e di pessimo gusto il titolo dell'editoriale di oggi de "Il Giornale": "A noi Schettino, a voi Auschwitz". Volutamente pubblicato oggi, nel Giorno della Memoria, con la motivazione ufficiale di volere, in questo modo inopportuno, difendere l'onore dell'Italia, dagli attacchi degli ultimi giorni sul caso della Concordia. Tuttavia, in tutta onestà, ciò sembra essere soltanto l'ennesima "trovata di marketing", per piazzare qualche copia in più.

In particolare, Sallusti, in questo modo decide di replicare ad un articolo pubblicato sul settimanale tedesco "Der Spiegel", a firma di Jan Fleischauer, "Ci definisce un popolo di codardi perché "gli italiani non sono una razza", scrive Sallusti, nell'occhiello. Continua il direttore, "Loro sì,invece, e lo hanno dimostrato assieme ad Hitler". Alla fine Sallusti conclude scrivendo, "Questi tedeschi sono ancora arroganti e pericolosi per l'Europa. Se Dio vuole non tuonano più i cannoni, ma l'arma della moneta non è meno pericolosa. Per questo non dobbiamo vergognarci. Noi avremmo pure uno Schettino, ma a loro Auschwitz non gliela toglierà nessuno". [MORE]

Ed anche se è vero che l'articolo tedesco ci va giù pesante sull'Italia dicendo, "Mano sul cuore: qualcuno si è forse meravigliato del fatto che il capitano della Costa Concordia fosse italiano? Ci si può immaginare che a compiere una simile manovra, inclusa la fuga successiva, potesse essere un tedesco oppure, diciamo anche, un capitano di marina britannico?", vi sono modi e modi per difendere l'onore della nostra Italia. Non certo strumentalizzando la giornata di oggi, dove il mondo intero ricorda le vittime dell'Olocausto.

A causa di ciò, inevitabile che partisse l'indigazione dell'opinione pubblica, del web contro il Giornale: "Non è possibile", "La fiera del cattivo gusto", "Mi vergogno di essere italiano". Il parallelismo tra il comandate della Costa Concordia e il campo di concentramento appare alla maggior parte degl'internauti come "imbarazzante", "ridicolo", "dettato dall'ignoranza". Un titolo shock "che evade i confini del buon senso". I più non tollerano. "Questo titolo, se è possibile, Continuerà ad affossare, in Europa, la nostra già scarsa reputazione". "Der Spiegel ha usato parole ridicole. Ma non si può usare il giornalismo per questi litigi da bar".

Su Twitter, piovono i commenti: "Visto Il Giornale. Imbarazzante, vergognoso. Altri modi per rispondere a Der Spiegel! Decoro e dignità, l'Ordine dei G.non dice nulla?". "A noi Schettino, a voi Auschwitz". Questo è il RIVOLTANTE titolo de Il Giornale di oggi. Non compratelo, difendete la vostra intelligenza". "A noi Schettino, a voi Auschwitz" A me una revolver e l'indirizzo de Il Giornale". "Mi pare di capire che il Giornale abbia sfidato Der Spiegel a chi spara la cazzata dell'anno e che Il Giornale abbia vinto a mani basse".

Tra i messaggi lasciati su Twitter, quello di Concita De Gregorio che, ironicamente, scrive, "Ma com'e' bello il film di nadine labaki 'e ora dove andiamo?'. Una favola per adulti. Antidoto al Giornale di oggi, ecco". Ma anche i 99Posse commentano, "Nel nostro mondo ideale i pennivendoli de Il Giornale raccoglierebbero le patate in Siberia".

Sulla vicenda è intervenuta anche L'Unione Giovani Ebrei d'Italia, che ha sostenuto, "Il direttore Sallusti, utilizzando un titolo provocatorio ed inopportuno, con intento di difendere l'onore italiano, compie un assurdo oltraggio al ricordo degli ebrei perseguitati, proprio oggi, nella Giornata della Memoria. Il direttore inoltre, cita fatti storici non corretti e fuorvianti sostenendo l'innocenza degli stessi italiani, che per primi promulgarono le leggi razziali del 1938 e collaborando alladeportazione degli ebrei italiani verso Auschwitz".

Intanto, indignadoci, commentandoli e via discorrendo, noi tutti, io per prima (mea culpa!), non abbiamo fatto altro che dargli ancor più visibilità, distogliendo, per qualche istante l'attenzione sul significato vero e profondo della commemorazione di oggi., "In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati in fondo. Più già di così non si può andare: condizione umana più misera non c’è, e non è pensabile".

Primo Levi

(Fonti: La Repubblica, Corriere della Sera. Fotogramma:news.liquida.it)

Rosy Merola

 


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