Renzi: «Mi gioco la faccia». Resta l'incognita Civati, maggioranza a rischio
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
ROMA, 22 FEBBRAIO 2014 - «Sento tutta la responsabilità. Ora mi gioco la faccia e la faccia è più importante della carriera». Il volto serio di Matteo Renzi mentre ieri all’uscita dal Quirinale con queste parole annunciava la sua squadra di ministri, è il chiaro sintomo di una tensione tangibile che aleggia tra le fila della maggioranza parlamentare.
Niente scherzi quindi perché al Senato la questione è molto delicata. Il governo di Renzi infatti può contare su 162 voti di fiducia certi, dei 161 necessari per superare il grande scoglio di Palazzo Madama. Sembra fantascienza ma l’incognita principale è proprio interna al Partito Democratico. Dei 107 voti con i quali il gruppo dei democratici dovrebbe sostenere Matteo Renzi e la sua squadra al Senato, 6 sono traballanti a causa dei malumori dei senatori civatiani.
Il sindaco di Firenze, segretario del PD e neopremier designato ha tentato di limitare l’emorragia interna al partito del Nazareno con la nomina di Maria Carmela Lanzetta al Ministero degli Affari Regionali. L’ex sindaco antimafia, vicinissima a Civati è una dei pochi democratici ad aver contestato in direzione la staffetta Letta-Renzi. Renzi ha giocato questa carta per tentare di riavvicinare i civatiani e ricompattare il gruppo del Partito Democratico al Senato.
Una mossa però che non sembra essere stata gradita dallo stesso Civati, che ha così commentato: «Renzi sta facendo di tutto per farsi votare contro. Maria Carmela Lanzetta aveva votato contro il governo in direzione nazionale. Ora entra nel nuovo esecutivo come ministro. Le faccio gli auguri, ma non ne sapevo nulla. Né daRenzi, né da lei. Nessuno ha ovviamente inteso avvisare me o i componenti della delegazione civatiana in direzione nazionale». Ancora critico il deputato ex Leopolda, dichiara: «Per il resto, non sapevo che dopo Gianni e Enrico ci fosse anche un Matteo Letta Bis. Il rimpasto mi fa venire le bolle».
Un’altra patata bollente per Renzi sono i due gruppi parlamentari “Per l’Italia” e “Gal” che con 10 senatori (7 e 3 rispettivamente) sembrerebbero non gradire i nomi della compagine di Governo e attendono trattative sulle nomine per le sottosegreterie.
Il nuovo governo al Senato avrà fiducia certa da parte di 101 senatori del PD, 31 del Nuovo Centro Destra e 7 di Scelta Civica. Poi 5 voti assodati provengono dal gruppo “Per L’Italia” e 10 dal gruppo delle Autonomie Linguistiche. Anche i 5 senatori a vita voterebbero la fiducia a Renzi e i tre ex parlamentari grillini (Anitori, De Pin e Mastrangeli).
Resta da sciogliere il nodo Civati e quello di una parte del gruppo “Per l’Italia” che attendeva con certezza la riconferma di Mario Mauro al dicastero della difesa. Alla prova dei fatti Renzi dovrebbe spuntarla al Senato con una manciata di voti di scarto, per poi cercare di trovare una maggioranza più larga.
I nuovi ministri stanno attualmente giurando di fronte al Presidente della Repubblica. Inizia così l’era Renzi, con buoni propositi dopo una faticosa gestazione che ha portato a “obbligate” riconferme e scelte coraggiose. Lunedì la fiducia al Senato, poi inizieranno i lavori del nuovo governo, il più giovane (45 anni l'età media) e più rosa (8 donne su 16 ministri) di sempre.[MORE]
Sergio Sulmicelli
foto da corriere.it