La terra del Prosecco sotto accusa. Zanoni: "La tragedia di Refrontolo non è catastrofe naturale"
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REFRONTOLO, 5 AGOSTO 2014 - Il territorio della Marca trevigiana, colpito sabato sera dalla violenta bomba d’acqua che ha fatto esondare il fiume Lierza ed ha provocato la morte di quattro persone, non è in realtà nuovo a questo tipo di episodi. A febbraio scorso proprio Refrontolo, insieme a Pieve di Soligo, furono tra i maggiori protagonisti dei danni del maltempo. [MORE]
D’altra parte, come hanno sottolineato diversi tecnici negli ultimi giorni, la conformazione della zona stessa, e le modifiche che l’uomo ha apportato al territorio, rendono la Marca trevigiana molto particolare. Non sono isolate le voci di quanti sostengono che possa esistere una correlazione tra questi fattori e il tragico episodio.
In prima linea si è posto l’ex europarlamentare Andrea Zanoni, trevigiano d’origine, che sul suo sito scrive che “la causa del disastro di Refrontolo va individuata non solo nelle precipitazioni eccezionali di questa estate ma anche e soprattutto nelle centinaia di ettari di bosco distrutti recentemente per far posto alle coltivazioni del prosecco”. “Le colline della Marca” prosegue, “non solo vedono i loro boschi rasi al suolo ma vengono rimodellate in base alle esigenze della coltivazione con degli interventi massicci di potentissime ruspe che le rimodellano in base alle esigenze di impianto e di lavorazione, stravolgendone i loro profili formati da madre natura in centinaia di migliaia di anni. Il risultato di queste liberalizzazioni sono vaste aree di collina coltivate con nuovi vigneti incapaci di assorbire le quantità d’acqua che un bosco con le sue piante centenarie riesce ad assorbire”.
L’ex europarlamentare ricorda che sono anni che cerca di portare all’attenzione la questione, e che più volte ha denunciato i rischi determinati da uno sfruttamento intensivo del territorio. Le autorità, secondo Zanoni, “conoscono perfettamente l’ubicazione e l’ettaraggio dei boschi distrutti e delle colline rimodellate con potenti ruspe per renderle coltivabili a vigneti e di conseguenza conoscono anche tutti i corsi d’acqua sottodimensionati e sottoposti ad un apporto d’acqua piovana al quale mai prima erano stati sottoposti. Pertanto questa che alcuni definiscono “catastrofe naturale” è invece una catastrofe dovuta all’irresponsabilità dell’uomo e delle autorità complici di queste violenze ai danni delle nostre colline”. Zanoni ha chiesto di essere ascoltato dal Procuratore di Treviso Michele Dalla Costa.
Federica Sterza