#25aprile, Il risveglio dell'arte italiana: pittura e fotografia immortalano la Resistenza
Cronaca Lazio

#25aprile, Il risveglio dell'arte italiana: pittura e fotografia immortalano la Resistenza

giovedì 25 aprile, 2013

ROMA, 25 APRILE 2013 – Era un brulicare di ideali e di modalità di espressione differenti la Resistenza italiana, un calderone ribollente nel quale si mischiavano le energie disperate delle battaglie partigiane, le voci degli oppositori al regime e alla guerra che gridavano senza sosta dalle pagine dei giornali antifascisti e dai quaderni clandestini di Giustizia e Libertà, le parole racchiuse nelle memorie e nelle opere dei grandi letterati del tempo e le macchie di colore e i blocchi di marmo che prendevano forma e vita fra le mani degli artisti ribelli pronti a tramandare ai posteri le immagini di quegli anni che sapevano di disperazione e di guerra.

Mentre Boccioni, Balla e i futuristi in genere continuavano a svolgere il ruolo di “artisti del regime”, chiusi nel loro mondo fatto di compenetrazione dinamica e di dinamismo fra forma e colore, mentre Farinacci istituiva, nel 1938, il Premio Cremona con l’obbiettivo di ingabbiare e indirizzare l’arte nazionale sulla strada del consenso politico, fra le file dei grandi artisti e critici d’arte c’era chi si ribellava: è del 1939 l’inaugurazione del Premio Bergamo, le cui regole e direttive si ponevano in netto contrasto con la creatura di Farinacci e al quale diedero fermo e deciso sostegno il grandissimo critico d’arte Roberto Longhi e, addirittura, il "fascistissimo" Giuseppe Bottai, proprio lui che solo l’anno prima era stato fra i firmatari del Manifesto di Razza e che, indipendentemente dalla sua fede politica, sembrava riconoscere l’importanza della libertà dell’arte italiana.[MORE]

In una nazione che, fino a pochi anni prima, aveva visto l’opposizione espressa solo attraverso le azioni dei circoli di intellettuali antifascisti e dei movimenti politici da questi guidati, gli anni immediatamente precedenti l’entrata in guerra dell’Italia rappresentano il giro di boa: gli artisti cominciano ad acquisire nuova consapevolezza, cominciano a parlare attraverso le loro opere, attraverso quadri, sculture e fotografie, cominciano a preparare il mondo e se stessi a quella grande esplosione di forze che sarà poi la Resistenza italiana.

Parlano e raccontano la pittura e la scultura italiana di quegli anni: dalla serie di disegni intitolata Italia ’44 di Birolli, passando alle Crocifissioni di Mirko, di Manzù e del grande Guttuso, che trasportano l’evento biblico nella loro epoca, nel loro mondo devastato dalla guerra, dall’occupazione e dalla forza disperata dei partigiani che combattono, arrivando poi alla straziante Strage degli Innocenti di Marino Mazzacurati.

Anche l’arte fotografica diventa più consapevole del suo ruolo: le fotografie cominciano a circolare come mezzo di informazione e al contempo come testimonianza storica da tramandare ai posteri. Sono passate alla storia le tre foto dei quarantatrè partigiani che, il 20 Giugno del 1944, vennero fatti sfilare sul lungolago di Verbenia e poi mandati alla fucilazione; immagini in cui l’autore, senza nome né volto, è riuscito ad immortalare la realtà di quegli anni crudi e difficili fatti di tanti schieramenti opposti, di quegli anni confusi in cui gli alleati si trasformavano in nemici e i nemici in alleati con una velocità impressionante e sconvolgente, quegli anni disperati e al contempo eroici, in cui i partigiani italiani, stanchi, esasperati e coraggiosi al tempo stesso, combattevano per un unico e nobile obbiettivo: la Liberazione dell’Italia e la libertà degli Italiani.

E l’arte nazionale, sopita e mesta fino alla fine del 1937, ha poi improvvisamente (e finalmente) deciso di iniziare a ricoprire il giusto e doveroso ruolo in un’Italia che lottava, che combatteva e che cambiava, e ha quindi iniziato a scrivere un libro fatto di immagini e di ricordi a colori di quegli anni difficili, popolati da partigiani e combattenti che hanno vissuto, e scritto, la storia italiana.

(fonti: Arte in Italia vol.3; www.casadellaresistenza.it)
(foto it.wikipedia.org)

Elisa Lepone


Autore
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