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COMISO (RAGUSA), 22 NOVEMBRE 2011 – In Sicilia, lo abbiamo scritto tante volte su queste pagine, esiste un “problema-sanità”. Tra errori in sala operatoria e “sanità elettorale”, però, sembra sempre più venir fuori un terzo, fondamentale, problema. Quello dei 118. [MORE]
Nei primi giorni di novembre vi abbiamo raccontato della storia di Biagio Savarese, il cittadino 71enne che, per la chiusura del 118 di Comiso - vicino al quale era stato appena investito – era stato trasportato all'ospedale di Vittoria e, tra l'attesa dell'ambulanza che non arrivava ed i relativi ritardi nei soccorsi, aveva trovato la morte. Ora sui 118 siciliani si è aperta un'altra questione, quella sull'affidamento della gestione del servizio per il periodo 2010-2013.
Secondo l'assessorato alla Sanità, infatti, questo – ed i relativi 325 milioni di euro stanziati – sarebbero dovuti andare alla Seus, la società “in house” della Regione. Secondo la legge, infatti, questo sistema permette ad un committente pubblico – come la Regione, nel caso specifico – possa non tener conto del principio della trasparenza e fornire il servizio o direttamente oppure, come spesso viene fatto, affidandolo a società interamente partecipate con capitale pubblico.
L'autorità di vigilanza sui contratti pubblici ha però detto che questo, nel caso del 118 siciliano, non si può fare. Perché la Seus non è una società “in house”.
La Seus – come ricorda il quotidiano Sud Press – è partecipata al 54% dalla Regione Sicilia e qualche tempo fa ha rilevato i 3200 soccorritori della fallita Sise, appartenente alla Croce Rossa Italiana, ritrovandosi così in una situazione di esubero eccessivo per quanto riguarda parco ambulanze e soccorritori.
Secondo un parere emesso dalla stessa autorità di vigilanza lo scorso 6 ottobre (delibera numero 87): «la Regione Siciliana nell'affidamento del servizio Emergenza 118 della Regione Siciliana e l'Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Paolo Giaccone” nella sospensione della gara per l'affidamento del servizio di trasporto infermi non deambulanti e/o infortunati, mediante autoambulanze, da effettuarsi all'interno della medesima Azienda e presso i PP.OO. di altre aziende ospedaliere abbiano operato in violazione dei principi disciplinanti i c.d. Affidamenti “in house providing” e perciò stesso dei principi generali di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza e pubblicità, nonché di economicità dettati dal D.Lgs. 163/2006, nonché del Trattato CE».
L'autorità di vigilanza ha inoltre dato a Regione e Policlinico trenta giorni di tempo dal ricevimento della delibera per «eventuali iniziative assunte in autotutela».
Andrea Intonti