Zoomafia: allarme in Sicilia. Infiltrazioni mafiose nei crimini contro gli animali
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PALERMO, 12 AGOSTO 2014 – “I crimini a danno degli animali si presentano in Sicilia sempre di più come attività organizzate, portate avanti da veri sodalizi dotati di strutture, mezzi e con forte pericolosità sociale”. Il dato emerge dal Rapporto Zoomafia 2014 redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav. Questo significa che corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, macellazioni clandestine, doping e altri crimini legati agli animali sono tutti gestiti e organizzati da Cosa Nostra.
“Diverse inchieste – dice Troiano - hanno messo in evidenza l’interesse della criminalità organizzata per le corse di cavalli, il controllo dei mercati ittici o del comparto zootecnico. Sequestri e confische di animali, allevamenti e punti vendita confermano questo dato. I traffici legati alla sfruttamento degli animali in Sicilia rappresentano un’importante fetta del business realizzato a livello nazionale”.
Il rapporto di Troiano è riferito al 2013. Durante tutto questo anno sono aumenti i segnali inequivocabili del giro mafioso intorno agli animali: ritrovamenti di cani con ferite da morsi o di cani morti con esiti cicatriziali riconducibili alle lotte, scomparsa di cani di grossa taglia soliti ai combattimenti, persone denunciate e anche filmati delle lotte.[MORE]
L’attività criminale si riflette inevitabilmente sulla salute dell’uomo. Greggi e mandrie abusive, macellazione clandestina, controllo dei mercati ittici sono tutte attività che comportano rischi di salute. I capi allevati e poi macellati sono senza identificazione e codice aziendale, è ignoto il luogo di provenienza e l’alimentazione che questi fanno. Tra i reati legati a queste problematiche vengono anche inclusi lo scambio delle marche identificative degli animali affetti da brucellosi con quelle di animali sani e la truffa aggravata ai danni dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura.
Facendo una proiezione dei dati raccolti dal Rapporto si è stimato che in Sicilia ogni 12 ore si apre un fascicolo per reati a danno di animali, e ogni 14 ore circa c’è un nuovo indagato.
Michela Franzone