Sport

Zoom sulla Serie A - Trentasettesima giornata

CAGLIARI, 12 MAGGIO 2014 – Nella trentasettesima giornata, con lo Scudetto ormai assegnato, anche un big match come Roma-Juventus rischia di passare in secondo piano rispetto ai tanti verdetti attesi dai campi della Serie A. La lotta per la salvezza è ormai chiusa: Livorno (25 punti), Catania e Bologna (29 punti) retrocedono in B con una gara d’anticipo, mentre Sassuolo (34) e Chievo (33) possono tirare un sospiro di sollievo.

La Roma ospita la Juventus in una gara equilibrata, ma sul finale la fame di record dà ai bianconeri quello stimolo in più che, al 94°, porta al goal l’ex romanista Daniel Pablo Osvaldo. La Vecchia Signora arriva così a quota 99, sbriciola il primato italiano dell’Inter e punta a quello europeo del Benfica, che nel 1990-91 arrivò a 101 punti; adesso la squadra di Conte dovrà dunque ottenere un successo interno contro il Cagliari nell’ultima di campionato.[MORE]

Il Napoli, che sfoggia la maglia mimetica con inserti neri, azzurri e gialli, si impone a Genova contro la Sampdoria con un rotondo 5-2. Al tap-in di Zapata del 20° e al bolide di Insigne del minuto 27, risponde Eder al 30°. Ma i partenopei prendono il largo al 33° grazie alla punizione di Callejon e si va al riposo sull’uno a tre. Il momento d’oro degli ospiti raggiunge il culmine al 47° della ripresa, quando capitan Hamsik ritorna al goal dopo un digiuno lungo 190 giorni. Al 60° Mustafi interviene su un cross di Callejon e sigla un autorete che regala la cinquina alla squadra di Benitez. Infine, all’88°, arriva la stupenda marcatura blucerchiata di Wszolec, che più che per il risultato, serve per lo spettacolo.

La Fiorentina si aggiudica il derby toscano contro il Livorno con un goal del solito Cuadrado, conquista matematicamente il quarto posto e spedisce i labronici nel campionato cadetto. Dopo la traversa centrata da Vargas al 50°, la Viola sblocca il risultato al 55° con Cuadrado che, imbeccato da Giuseppe Rossi, riesce a trafiggere Anania al secondo tentativo.

Nel giorno dedicato all’addio al calcio di capitan Javier Zanetti, l’Inter non vuole proprio sfigurare e rifila alla Lazio un sonoro 4-1. Sono proprio i biancocelesti ad aprire le danze dopo appena 120 secondi con Biava, ma dopo soli quattro minuti Palacio firma l’uno pari. Al 33° Kovacic serve Icardi, che non sbaglia davanti a Berisha e, al 37°, Palacio va di nuovo in goal e manda i nerazzurri a riposo sul 3-1. Al 52° della ripresa San Siro regala la standing ovation a Zanetti, che entra in campo timbrando al 617^ presenza in Serie A e la numero 857 con la maglia dell’Inter. Appese le scarpette al chiodo, per la bandiera nerazzurra ci sarà un posto da vicepresidente della società.

L’importante sfida per l’Europa League tra Torino e Parma finisce con un goal per parte. Al 42° il solito Immobile firma la ventiduesima rete stagionale e porta avanti i suoi. Nella ripresa i ducali rimangono in inferiorità numerica al 63° per l’espulsione di Lucarelli, la gara sembrerebbe ormai irrecuperabile, ma la squadra di Donadoni pareggia al 71° con Biabiany, che intercetta la respinta di Padelli sul rigore calciato da Cassano e trova la via del goal. Passano appena 120 secondi e Immobile, che riceve il secondo giallo, è costretto a lasciare il Toro in dieci, ma il risultato ormai non cambia più.

Il Milan perde a Bergamo contro l’Atalanta e vede quasi sfumare i sogni europei. I rossoneri passano in vantaggio al 51° grazie all’autorete di Bellini, che nel tentativo di anticipare l’attaccante avversario, finisce per beffare il proprio portiere. Gli orobici pareggiano su rigore al 68°, quando Denis trasforma il penalty assegnato per un fallo di Constant su Carmona. Poco dopo, nel corso di un battibecco tra Mexes e Raimondi, i tifosi atalantini lanciano in campo di tutto, tra cui una banana e un coltello, ma nonostante ciò, la gara prosegue. All’ultimo dei sei minuti di recupero, i padroni di casa segnano la rete che vale i tre punti, la firma è quella di Brienza, autore di un missile imparabile da oltre trenta metri.

Al Bentegodi l’Hellas segna due reti e poi si fa raggiungere sul finale dall’Udinese. Luca Toni segna su rigore al 14° e Hallfredsson raddoppia al 54° su assist di Gomez. Non passano nemmeno due minuti e Di Natale, imprevedibile e straordinariamente concreto, si gira e segna un goal meraviglioso che riapre la gara. Al novantesimo i padroni di casa sono ancora in vantaggio ma, in pieno recupero, Badu agguanta il due pari con un destro micidiale sugli sviluppi di un corner.

Il Sassuolo batte il Genoa e si salva con una giornata d’anticipo, un’impresa che fine a qualche settimana fa sembrava impossibile. Al 16° è Floro Flores, l’ex di turno, a siglare il vantaggio per i neroverdi, ma prima dell’intervallo i rossoblù pareggiano con Calaiò, bravo a ribattere in rete la palla respinta dal portiere in occasione del rigore parato a Gilardino. Gli emiliani continuano a crederci e al 66° Biondini, con un colpo di testa, insacca il 2-1; però, dopo appena dieci minuti, Gilardino beffa la retroguardia avversaria e pareggia ancora. All’86° Sansone realizza il 3-2 trasformando l’assist di Magnanelli e, all’88°, Floro Flores arrotonda il risultato mettendo il quarto sigillo e regalando un altro anno in Serie A alla matricola Sassuolo.

Festeggia la permanenza nella massima Serie anche il Chievo, che espugna il Sant’Elia grazie al goal di testa di Dainelli, che al 72° trasforma in oro il tiro dalla bandierina di Radovanovic. Il Cagliari potrebbe pareggiare su punizione quattro minuti più tardi, ma la precisa e insidiosa traiettoria di Tabanelli viene indovinata da Agazzi, bravissimo a togliere la palla da sotto l’incrocio.

Il Catania si impone a Bologna, ma la vittoria nello scontro diretto non salva nemmeno gli etnei: entrambe le squadre in campo al Dall’Ara, infatti, sono condannate alla retrocessione in B. I siciliani passano in vantaggio al 22° quando Monzon trasforma un calcio piazzato; all’80°, però, gli emiliani pareggiano con Morleo, che libera un bolide da fuori spedisce la palla dove il portiere non può arrivare. Gli isolani non mollano e hanno bisogno di soli quattro minuti per portarsi sull’uno a due: Monzon serve Bergessio, che non perde tempo e la butta dentro.

Vanna Chessa