Politica

Zingarelle ladre, barboni e prostitute: così il Tg1 dipinge i romeni immigrati

Roma 10 set. 2011 - Un giorno fu la volta dei molti barboni con passaporto romeno che a tutte le ore del giorno e della notte bivaccavano ubriachi nei parchi e nelle stazioni ferroviarie e della metro di Roma, ier l’altro è stata la volta delle zingarelle, tutte rigorosamente con un’età compresa tra tredici e vent’anni, fermate dalla Polizia municipale sui treni della metropolitana mentre erano intente a borseggiare i tantissimi turisti che ogni giorno, d’estate come d’inverno, affollano la Città Eterna. [MORE]


Tutte le fermate, molte delle quali incinte, ovviamente provenivano da Bucarest. Ieri è stata la volta delle prostitute che, seminude, affollano le strade della Capitale italiana. Alcune di queste sono state intervistate dalla giornalista che conduceva il servizio e che immediatamente ne metteva in risalto la provenienza: manco a dirlo romena. Così, a pochi giorni dalla visita di Stato che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano compirà a Bucarest, il Telegiornale più seguito dagli italiani, quello che va in onda su Raiuno ogni giorno alle venti, diretto dal berlusconiano di ferro, al cui paragone il direttore di Libero Belpietro pare quasi un comunista, Augusto Minzolini torna a lanciare una forte campagna romenofobica.


L’intento è chiaro: inculcare nella mente degli italiani l’idea che la maggiore comunità immigrata nel nostro paese, cioè quella romena, sia costituita in gran parte da gente poco di buono, che viene in Italia solamente per delinquere o campare d’espedienti. Il fine secondario invece probabilmente è più subdolo e sublimale: innanzitutto avvelenare con nuove polemiche il clima in cui si svolgerà la visita del Presidente Napolitano in Romania e poi preparare il terreno al divieto d’ingresso di nuovi romeni in Italia per motivi di lavoro, misura che, stando ai bene informati, il governo, su impulso della Lega Nord, potrebbe adottare nei prossimi mesi analogamente a quanto fatto da Zapatero in Spagna.“ Siamo pesantemente condizionati ed invitati a seguire la linea editoriale ordinata dalla Direzione interessata a far emergere come buona parte del marcio nella nostra Italia provenga da quel paese non da molto entrato a far parte dell’Unione europea e come le amministrazioni comunali guidate da Sindaci del centro- destra contrastino con efficienza il fenomeno” ammettono con rabbia alcuni giornalisti della vecchia guardia Rai.


D’altronde altri sono i bravi: innanzitutto i bulgari, dalla cui capitale Sofia il fido Lavitola telefonò a Berlusconi chiedendogli se doveva rientrare in Italia nonostante la nota inchiesta giudiziaria di Napoli, e poi i montenegrini, Catarina che secondo alcune ragazze del Bunga- bunga è la fidanzata del premier italiano viena appunto o da quel piccolo Paese slavo o dalla vicina Albania, ed i marocchini come Ruby Rubacuori ed Imane Fadil che allietavano i bunga- bunga di Arcore. Minzolini ancora una volta si mostra più lealista del Re Silvio, ma questa volta nei sommessi corridoi della bizantineggiante politica romana si vocifera che sotto sotto qualcuno nel governo sia fortemente interessato a far risalire la febbre dei rapporti tra Italia e Romania alla vigilia della visita di Stato di Napolitano. Si desidererebbe insomma che a Bucarest la suprema Magistratura d’Italia venisse accolta con freddezza.


Almeno questo il desiderio di chi non ha gradito il suo forte intervento nel difficile parto della recente Legge Finanziaria. Protesta intanto l’Italia dei Valori che dice:” Questa è televisione spazzatura. I romeni sono cittadini dell’Unione europea come gli italiani. Trattarli da paria, oltre che da dementi è da razzisti. Il Tg1 pensi invece ad informare sulle cose serie gli italiani invece di lavare loro il capo”, dicono i seguaci di Di Pietro. Il Pd, tanto per rimanere nel campo delle opposizioni, invece sinora non ha reagito: d’altronde fu il suo primo Segretario Walter Veltroni, romano, ad affermare dai microfoni dello stesso Telegiornale che sino a che la Romania non è entrata nell’Unione europea, Roma era una delle Capitali più sicure al mondo. Quel giorno nacque la Romenofobia che perdura tutt’oggi.



Sergio Bagnoli