Economia

Yunus, il fondatore del "Microcredito" viene accusato di evasione fiscale

DACCA - 2 MARZO 2011- Quella che sta facendo scalpore, saltando da una mittente televisiva all’altra, è l’ultima notizia proveniente dal mondo dell’Economia Internazionale. Proprio qualche ora fa, la Banca Centrale del Bangladesh ha deciso di estromettere definitivamente dalla Grammeen Bank, e con effetto immediato, il suo fondatore Muhammad Yunus, 70 anni. Premio Nobel della pace, nonché pioniere della microfinanza e della recente “rivoluzione” del microcredito, è finito nel mirino del Governo in quanto accusato di evasione fiscale.[MORE] L'accusa nei suoi confronti sarebbe quella di presunte irregolarità nelle operazioni dell'istituto di credito. Comparso a metà Gennaio davanti a un tribunale del Bangladesh per una vicenda di diffamazione risalente al 2007, complica la sua situazione a causa di forti tensioni con il primo ministro Sheikh Hasina che lo considera “sanguisuga dei poveri”, e che non disdegna di ordinare un’inchiesta sulle pratiche finanziarie della Grameen Bank.

Si tratterebbe della prima vera e propria “Banca per i poveri”, di cui Yuinius è stato direttore dal 1983, ideata dallo stesso, per concedere alle popolazioni povere locali del Bangladesh, degli stati del West Bengala e del Sikkim in India, piccoli finanziamenti senza richiedere garanzie collaterali, sulla base della fiducia e delle capacità imprenditoriali sottoutilizzate dei contadini poveri. Il microcredito consentirebbe, infatti, ai contadini poveri e a popolazioni soggette a ricorrenti calamità naturali, di ottenere prestiti fuori dal circuito del credito tradizionale a tassi di interesse irrisori, dando dunque loro la possibilità di uscire definitivamente dalla cosiddetta trappola della povertà.
Yunus, che fin dal primo momento ha sempre smentito ogni irregolarità, sostiene fermamente di essere stato discriminato dal Governo e di essere spesso oggetto di attacchi da parte di fondamentalisti islamici, contrari alla concessione di prestiti finanziari alle donne.
A sostenere il fautore di una delle grandi rivoluzioni del secolo è invece il Governo di Oslo che durante un’inchiesta ufficiale, non ha trovato alcun tipo di irregolarità.