Cronaca

Year in Hashtag: il 2011 raccontato dai tweets

BOLOGNA, 20 DICEMBRE 2011 – Tempi d’oro per i social network che si diffondono a macchia d’olio nella popolazione mondiale fino a rimpiazzare, in certi casi, la tempestività delle agenzie stampa. In un anno segnato dalla primavera araba, dalla morte di Steve Jobs e non di meno dal movimento settembrino di Occupy Wall Street che piano piano si sta affacciando all’anno nuovo. Questo solo per citarne alcuni. Vediamo insieme questi eventi raccontati dagli hashtag, gergo twitteriano per indicare etichette che facilitano la ricerca di uno o più termini. [MORE]

Sancita la supremazia dei social media? Probabile. Sicuramente una grande vittoria per i media partecipativi e per i fatti raccontati dai protagonisti, da chi la storia la sta vivendo sulla propria pelle. Nasce così il progetto Year in Hashtag, frutto delle menti dei migliori social reporter ed esperti di social media italiani. Un progetto a tutto tondo, multimedialità da una parte all’altra del mondo in ogni mese, in ogni momento di questo 2011 che sta arrivando alla fine.

L’idea? Data dall’evidenza di come certi eventi siano stati effettivamente “raccontati prima, meglio e in alcuni casi solo dalla rete” riporta una delle ideatrici Claudia Vago. Tra i curatori Marina Petrillo, Luca Alagna, Maximiliano Bianchi, Mehdi Tekaya e la Vago che ha così proseguito raccontando di un progetto “inevitabilmente di parte e partecipato perché noi raccontiamo gli eventi attraverso gli occhi di chi li vive”.

“Questi siamo noi!” grida la voce del web mentre l’iniziativa non perde tempo a diventare, come #yearinhashtag, uno dei trending topic più diffusi della giornata. Dato il successo della versione italiana, non si può che attendere la versione inglese, mentre ci si chiede se, accanto all’uomo dell’anno meglio conosciuto come “il manifestante”, la parola dell’anno non dovrebbe essere proprio “citizen journalism”.

Cecilia Andrea Bacci