Cronaca

Yara, via al processo. La madre: "Quel giorno aveva preso voti bellissimi"

BERGAMO, 11 SETTEMBRE 2015 – “Yara era il collante, il sale della nostra famiglia, ogni cosa la faceva con una capriola, una giravolta. Era sempre allegra e sorridente”. Con queste parole, Fulvio Gambirasio ha ricordato in aula la figlia Yara, la tredicenne scomparsa il 26 novembre 2010 e trovata morta tre mesi dopo a Chignolo d'Isola.

Il nuovo ciclo di udienze – iniziato oggi e in programma fino a dicembre – ha visto per la prima volta il confronto tra i genitori di Yara e Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio della ragazza. L’uomo è uscito per la prima volta di prigione, dopo un periodo di reclusione di oltre un anno.

Testimoniando in aula, senza mai guardare in faccia Bossetti, Maura Panarese ha ricordato che, nel giorno della scomparsa, la figlia era particolarmente “felice” per aver ricevuto il pagellino, pieno di “voti bellissimi”.

La madre di Yara ha inoltre ricordato che la figlia era stata “particolarmente impressionata” dalla vicenda del delitto di Avetrana, la cui vittima era stata un’altra ragazza, Sarah Scazzi. “Questa fu un’occasione per parlare in famiglia su come comportarsi. Le dissi di entrare in un negozio e di chiedere aiuto se si fosse sentita in pericolo e di non accettare mai passaggi in auto anche da persone conosciute. Yara non mi ha mai parlato di aver conosciuto persone più grandi e non ha mai accettato passaggi”, ha aggiunto Maura Panarese.

Avevamo un rapporto normale, con alcuni litigi come capita a tanti. Frequentava la palestra con ragazzine più' piccole di lei e altre più grandi”, ha spiegato la signora Panarese. “Negli ultimi due mesi aveva deciso di lasciare il catechismo. Frequentava spesso la palestra nei pressi della quale è stata rapita, aveva gli allenamenti il lunedì e mercoledì, a volte ci andava da sola a piedi o in bici, altre la accompagnavo io in auto”.

Durante il processo, è apparso particolarmente commosso anche il papà di Yara, che ha confessato: “Quando Yara non tornò a casa ho passato notti intere a pensare se potevo aver fatto del male a qualcuno. E io sono una persona che non ha mai fatto del male ad altre persone e conosco molta gente. Quando fui informato del fermo, chiesi a mia moglie di dirmi il nome e, quando mi è stato detto, mi sono sentito per certi versi risollevato”. [MORE]

Un punto sul quale i due coniugi hanno insistito, infatti, è stato proprio quello di non aver mai visto prima Bossetti: “Non l’ho mai visto in giro. Il giorno dell'arresto io e mio marito ci siamo chiesti chi fosse”, ha spiegato Maura Panarese durante l’udienza.

La deposizione della famiglia non è l’unica novità nelle dinamiche processuali. La difesa di Bossetti ha chiesto, e ottenuto, di poter consultare il diario segreto di Yara. Questa importante fonte di informazione sulla vita e i pensieri della tredicenne era stata oggetto d’esame nella fase preliminare delle indagini, per poi essere restituita alla famiglia.

Inoltre, la Corte d’Assise di Bergamo ha stabilito che la difesa potrà avere i “dati grezzi” dei frammenti del dna di Bossetti trovati sul corpo di Yara: “Abbiamo chiesto di poterli avere”, hanno spiegato gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, “perché fino ad ora avevamo solo una sorta di analisi di una radiografia, non la radiografia stessa. Con i dati grezzi sarà possibile stabilire se sono stati commessi degli errori”.

Il Tribunale, infine, ha acquisito la lettera che Loredano Busacca, un compagno di cella di Bossetti, aveva scritto qualche tempo fa alla madre di Yara. In questo messaggio, l’uomo ha dichiarato di aver accolto le confidenze di Bossetti durante il periodo di detenzione, definendolo un “animale” e “spavaldo”. La lettera di Busacca non sarà però considerata “probva in relazione al reato” poiché la testimonianza dell’uomo era stata già giudicata come inattendibile.
 

(foto:ultimenotizieflash.com)

Sara Svolacchia