Cronaca

Caso Yara, il legale di Bossetti: "Non è morta nel campo di Chignolo"

BREMBATE DI SOPRA, 21 FEBBRAIO 2015 - E' terminata la conferenza stampa tenutasi oggi nello studio dell’avvocato Salvagni e incentrata sulla proposta di “illustrare il ricorso al Tribunale del Riesame di Brescia” al fine di richiedere la scarcerazione di Massimo Bossetti e di discutere delle “nuove risultanze investigative" emerse negli ultimi giorni. L'avvocato Salvagni, nel corso della conferenza stampa, ha dichiarato che "la tredicenne non è morta nel campo di Chignolo" e, sempre secondo l'avvocato, la prova del DNA rinvenuta sui vestiti di Yara "non è un elemento inconfutabile" per assicurare la colpevolezza di Bossetti.

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Secondo la difesa sarebbe un coltello da sub l'arma del delitto che avrebbe causato la morte di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra scomparsa il 26 Novembre 2010 e ritrovata morta mesi dopo, in un campo a Chignolo d'Isola. Dell'omicidio è accusato Massimo Bossetti, muratore quarantaquattrenne di Mapello. Secondo quanto dichiarato ieri sera da Claudio Salvagni durante la trasmissione di Retequattro Quarto Grado, l'arma del delitto sarebbe "una lama particolare, con uno spessore significativo, non un cutter" e, sempre secondo Selvaggi, "sarebbe verosimilmente compatibile con un coltello da sub".

(foto cultura.biografieonline.it)

Elisa Lepone