Cronaca
Yara Gambirasio, Brembate Sopra non è Avetrana
BERGAMO, 1 DIC. - A cinque giorni dalla scomparsa di sua figlia Yara, 13enne di Brembate, ingoiata dal mistero tra le 18.45 e le 19 di venerdì scorso, la madre è tornata nel luogo dove si sono perse le sue tracce Con lei i massimi vertici dei carabinieri della compagnia locale: uno a destra, l'altro sinistra, come a proteggerla dagli occhi indiscreti delle telecamere.[MORE]
Il suo viso è fermo, immobile, ma le mani gesticolano velocemente, sintomo di un'angoscia latente «Allenatevi ragazze, con impegno. Non vi fate demoralizzare. Così avrebbe voluto Yara e avrebbe fatto lei». Solo una frase per rincuorare le insegnanti e le compagne di ginnastica ritmica della figlia. Poi, lentamente, si avvia sempre scortata dai militari sul percorso setacciato ieri e oggi dai cani segugio.
Desolata, scuote il capo. Il percorso individuato dal supercane Joker indica la strada opposta a quella che la piccola Yara avrebbe dovuto fare. Secondo la ricostruzione ipotizzata dall'unità cinofila Yara avrebbe percorso un sentiero che porta alla zona industriale fino a un allevamento di quaglie, poi avrebbe raggiunto il cantiere del centro commerciale dove ieri si sono concentrate le ricerche.
La madre di Yara non arriva fin laggiù si ferma molto prima e torna mestamente a casa. A piedi in tutto non sono nemmeno due chilometri da casa Gambirasio. In questi duemila metri si nasconde il mistero. Brembate Sopra non è Avetrana e la mamma di Yara non è quella di Sarah Scazzi.
A rivelare il profondo dolore che giace in fondo al cuore ci pensa il parroco don Corinno Scotti: «Più passano le ore e più la famiglia pensa al peggio». «Sono forti. Stanno resistendo - conferma Diego Locatelli, il sindaco - noi siamo tutti con loro».