Cronaca
Yara, Bossetti al gip: «Sono innocente, ero a casa». La gemella: «Vogliono incastrarlo»
BERGAMO, 19 GIUGNO 2014 - Nei giorni scorsi Massimo Giuseppe Bossetti, l’uomo in stato di fermo da lunedì scorso con l’accusa di essere l’assassino di Yara Gambirasio, si era avvalso della facoltà di non rispondere.
Oggi, durante l’interrogatorio di convalida di arresto, dinanzi al gip Ezia Maccora e al pm Letizia Ruggeri, Bossetti ha invece risposto a tutte le domande, come riferisce il suo legale Silvia Gazzetti, ma soprattutto ha dichiarato la sua estraneità ai fatti e di conseguenza la sua «totale innocenza».
Contro di lui, invece, diverse le prove che confermerebbero le istanze di accusa: la comparazione del suo dna che corrisponderebbe a quello rilevato sui vestiti di Yara, il telefonino agganciato alla cella di Mapello nelle stesse ore in cui spariva la giovane ragazza, la presenza nel corpo della vittima di polvere di calce comunemente utilizzata dai muratori quale è il Bossetti. Inoltre, altro elemento a favore dell’accusa la comparazione tra il dna di Giovanni Bossetti e il presunto assassino che attesta l’incompatibilità tra i due. Ulteriore dimostrazione che Massimo Giuseppe Bossetti è il figlio naturale di Giuseppe Guarinoni, l’uomo morto nel 1999 e ritenuto durante le indagini il misterioso assassino: “ignoto uno”.
Tuttavia, come afferma il legale difensore di Massimo Giuseppe Bossetti, «il mio assistito non si spiega come il suo dna sia finito sui resti della povera Yara». E a proposito dell’illegittimità del padre l’avvocato ha dichiarato: «Non lo sapeva lo ha scoperto ieri quando è stata fatta la prova del dna a Giovanni Bossetti, quello che fino a quel momento credeva fosse suo padre».
A difesa dell’uomo, nella giornata di oggi, sono giunte anche le parole della sorella gemella: «Hanno voluto incastrarlo. Non è lui, ne sono sicura al cento per cento». «Lo conosco meglio di chiunque altro – ha aggiunto la donna – e so che non farebbe male ad una mosca. È un bravo padre, un grande lavoratore. Siamo una famiglia che pensa solo a guadagnare qualcosa per mangiare, siamo persone semplici». Anche la sorella di Massimo Giuseppe Bossetti riferisce di non essere mai stata al corrente della relazione della madre con “ignoto uno”, ovvero Guerinoni: «Che io e mio fratello siamo figli illegittimi l’ho scoperto dai giornale. Ma per me, mio padre resta l’uomo che mi ha cresciuto. Non prendo le distanze da mia madre – chiarisce – quello che ha fatto, se è vero, non cambia nulla. Sono cose successe oltre quarant’anni fa».[MORE]
Un triste assassinio che, al momento, si mescola con una vicenda familiare complessa. In tal senso è intervenuto il Garante della privacy che richiama i media «al massimo rispetto» dell’essenzialità della notizia, precisando che, nemmeno l’interesse pubblico legittima in alcun modo l’accanimento sugli «aspetti più intimi della persona tale da determinare irreparabili danni nella vita familiare e di relazione».
(Immagine da ilfattoquotidiano.it)
Giovanni Maria Elia