Politica
Wsj, la presunta mano longa della Merkel sulla cacciata di Berlusconi crea scompiglio
MILANO, 31 DICEMBRE 2011- Da alcuni giorni, sulla scena politica italiana e non, tiene banco un lungo articolo pubblicato dal Wall Street Journal, un'inchiesta che ricostruirebbe le vere motivazioni che hanno condotto alla fine del Governo Berlusconi. Tutto sarebbe partito da una telefonata a Napolitano, il 20 ottobre (telefonata che sicuramente ci fu, come conferma una nota del Quirinale di quella sera) da parte della Merkel, la quale avrebbe detto, “Berlusconi non ce la fa, necessario un nuovo governo” e ancora, "Così rischia tutta l'Europa". [MORE]
Il quotidiano finanziario americano ricostruisce l'intricato puzzle, recuperando tutte le tessere che lo compongono, mediante verifiche incrociate poggianti su interviste con oltre venti policy makers e personaggi di primo piano, accompagnate dall’esame accurato di documenti chiave”. Secondo il Wall Street Journal, la crisi dell'Eurozona avrebbe spinto l'impaziente Angela Merkel a trovare una soluzione, forte del potere economico della Germania.
Il quotidiano americano si spinge oltre parlando, senza mezzi termini, di pressioni tedesche sulla Grecia e la Francia, ma è sul nostro paese che torna con maggiore insistenza. Perché “un default italiano avrebbe colpito duramente l’Europa, facendo esplodere una crisi peggiore di quella scatenata dal fallimento di Lehman Brothers nel 2008?". Entrando nel merito di quanto accaduto nella suddetta telefonata, in base alla ricostruzione dei corrispondenti a Roma, Bruxelles e Berlino del Wsj, la Merkel "avrebbe espresso apprezzamenti per gli sforzi di contenimento del debito italiano, chiedendo però di aggredire i problemi del paese con maggiore decisione, per rilanciare la crescita. Un obiettivo che Silvio Berlusconi non sarebbe stato in grado di conseguire, a causa della suadebolezza politica". Sempre secondo il Wsj, la Cancelliera tedesca avrebbe esortato il Presidente Napolitano "di fare tutto ciò che fosse stato nei suoi potere per promuovere il cambiamento”.
Dopo di che, secondo il quotidiano americano, Napolitano avrebbe iniziato “a sentire i partiti italiani per testare il sostegno a un eventuale nuovo governo nel caso Berlusconi non dovesse dimostrarsi in grado di soddisfare le richieste dell’Europa e dei mercati”. In realtà, se si fa mente locale a quei giorni, i mezzi d'informazione dopo il 20 (per esempio l’agenzia Ansa il 22 ottobre), avevano evidenziato le “preoccupazioni” sull’efficacia dell’azione del governo Berlusconi espresse dalla Merkel nella più volte citata telefonata.
Qualche giorni prima del vertice di Cannes, il 3 e 4 novembre, Napolitano aveva fatto una dichiarazione “criptica”, sostendo che considerava “suo dovere” quello di “verificare le condizioni delle forze sociali e politiche italiani”. Questo secondo il Wsj, sarebbe stato un messaggio cifrato, che sottindendeva far riferimento alla formazione di un nuovo governo. dopo di che: l’8 novembre Berlusconi perde la sua maggioranza parlamentare e il 12 novembre sale al Colle per dimettersi; il 9 novembre lo spread tra Bund tedeschi e Btp italiani registra la quota record di 574 punti, il presidente della Repubblica aveva nominato Mario Monti senatore a vita, preludio della sua nomina come Primo Ministro, il 16 novembre, segnando la caduta di Berlusconi. Quindi, sempre secondo il quotidiano americano, la mao longa della Merkel avrebbe “aiutato a nominare nei paesi del sud Europa leader a lei cari, orientati alle riforme, anche se non eletti dal popolo”.
Come si può immaginare, immediata è partita la smentita da parte del Quirinale, "Nella telefonata, niente affatto segreta, del 20 ottobre 2011, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Cancelliere della Repubblica federale tedesca, Angela Merkel, non pose alcuna questione di politica interna italiana, ne' tanto meno avanzo' alcuna richiesta di 'cambiare il premier'. La conversazione ebbe per oggetto soltanto le misure prese e da prendere per la riduzione del deficit, in difesa dell'Euro e in materia di riforme strutturali".
A sua volta, anche il governo tedesco si allinea alla posizione del Quirinale,"Non abbiamo nulla da aggiungere rispetto a quanto ha scritto venerdì pomeriggio nel suo comunicato ufficiale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In merito alla vicenda non confermiamo quello che ha scritto il Wall Street Journal. Non abbiamo altro da aggiungere", afferma una portavoce ufficiale del governo tedesco.
Naturalmente, l'articolo ha destato un po' di scompiglio da parte del mondo politico italiano. L'ex Primo Ministro Berlusconi, in un intervento nell'edizione mattutina del Tg5, ha dichiarato, "Ho lasciato il governo senza mai essere sfiduciato in parlamento: l'ho fatto per evitare che la speculazione finanziaria si accanisse contro l'Italia e contro il risparmio delle famiglie. L'ho fatto per senso di responsabilita', per senso dello Stato. E' stato un sacrificio ma sapevo bene che la causa della crisi non era il nostro governo. La causa era ed e' ancora l'euro".
Poi ha aggiunto, "Nonostante la manovra del governo dei professori lo spread rimane a livelli elevati e la crisi economica continua a mordere, risulta sempre piu' evidente la vergogna di chi ha indicato il mio governo come l'unica causa di questa situazione. Anche questa volta ce la faremo, siamo un grande Paese e un grande popolo, ma l'Europa è divisa e incapace di decidere e come i mercati lo hanno capito". Infine, Berlusconi, in merito a suo futuro ruolo in politica ha ribadito, "Non lascio, ma resto in campo per dare sostegno a nuove generazioni di politici del Pdl e per portare il partito alla vittoria alle prossime elezioni". Secondo il Pd, con la smentita del Quirinale si chiude la vicenda. Più incisiva Giorgia Meloni, ex ministro del Pdl, che ha affermato "Mi aspetto ora un pronunciamento del prmier Mario Monti che possa chiarire la curiosa affermazione rilasciata ieri, secondo la quale la sua nomina sarebbe stata fatta per tranquillizzare l'opinione pubblica tedesca e che oggi rischia di dare credito alle notizie riportate dal Wsj".
Tuttavia, la reazione più forte è venuta da parte da Calderoli (Lega Nord), "Alla prossima segreteria politica della Lega nord proporro' l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta per ricostruire realmente i fatti e gli accadimenti che hanno portato alla fine del governo e alle dimissioni di Silvio Berlusconi".
L'ex ministro del Carroccio ha continuato, "Le indiscrezioni pubblicate ieri dal Wall Street Journal, indiscrezioni peraltro confermate poi in serata da un portavoce dell'editore della testata, sonoinquietanti: il Quirinale ha smentito i contenuti ma ha confermato la telefonata e del resto non avrebbe potuto fare diversamente perche' la vicenda avrebbe configurato un attentato alla Costituzione". Infine, Calderoli conclude, "Prendiamo per buona la smentita del Quirinale ma certamente nel secondo semestre del 2011 sono accaduti fatti decisamente strani: consultazioni, ancorche' informali, del Presidente della Repubblica con un governo in carica mai sfiduciato nei giorni successivi alla telefonata, Berlusconi che sale al Colle anticipando a noi ministri che avrebbe proposto un nuovo governo politico e ne esce preannunciando invece le sue dimissioni, un attacco speculativo sui titoli Mediaset, lettere e richiami della Bce e della Commissioni Europea che sanno di 'romano' lontano un miglio, le risate della Merkel e Sarkozy ultra propagandate dai mass media nostrani".
(Fonti: Wall Street Journal; Ansa; Il Fatto Quotidiano; affaritaliani.libero.it. Fotogramma, WSJ: "Merkel chiamò Napolitano per far dimettere Berlusconi" - Tg24 - Sky.it)
Rosy Merola