Wikileaks: soldato Manning condannato a 35 anni di carcere
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FORT MEADE (MARYLAND), 21 AGOSTO 2013 - Lo scorso 30 luglio era stato condannato dalla Corte Marziale di Fort Meade per 19 capi d’imputazione, tra i quali spionaggio, furto, frode informatica e violazione di leggi militari. La stessa Corte, quest’oggi, ha condannato il soldato statunitense Bradley Manning, più noto come la “talpa” di Wikileaks, a 35 anni di carcere.[MORE]
È stato dunque sciolto l’ultimo nodo riguardante la durata della condanna. Il soltato Manning, considerando la gravità dei suoi reati, rischiava, secondo la legge statunitense, ben 90 anni di detenzione. L’accusa aveva chiesto 60 anni di reclusione contro i 25 richiesti dalla difesa che peraltro, per salvare l’imputato, aveva giocato il tutto per tutto con la carta dell’infermità mentale.
Richiesta, questa avanzata dalla difesa, che entrava tuttavia in contrasto con alcune dichiarazione rilasciate durante il dibattimento dallo stesso Manning, che si è sempre dichiarato consapevole delle sue azioni: «capivo quello che stavo facendo, le decisioni che prendevo. Ma non mi rendevo conto delle più ampie conseguenze delle mie azioni. Credevo di aiutare le persone, non di ferirle».
La sentenza, pronunciata dal colonnello Denise Lind, prevede inoltre il congedo con disonore e il pagamento di una sanzione di 100mila dollari.
Giuridicamente si chiude così una delle pagine più controverse di spionaggio americano. Una vicenda che ha in parte diviso l’opinione pubblica di un’intera nazione, tra detrattori e pro-Manning. Quest’ultimi erano oggi una decina pronti ad incitare e sostenere la “talpa” di Wikileaks all’esterno del tribunale.
(Immagine da lettera43.it)
Giovanni Maria Elia