Estero

Washington vs Tel Aviv, tensioni su Palestina e nucleare iraniano

 WASHINGTON, 25 MARZO 2015 – Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è espresso sulle ultime dichiarazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, sostenendo che le sue parole fanno affievolito la speranza nella negoziazione della famosa “negoziazione a due stati”; in particolare, Obama ha sottolineato che il presidente Netanyahu non ha chiaramente spiegato cosa intendeva, nei suoi discorsi pre-elettorali, riguardo il suo rifiuto sulla creazione dello stato di Palestina. Rispetto alle dichiarazioni della campagna elettorale, il premier israeliano è tornato sui suoi passi subito dopo l'elezione, affermando esattamente il contrario; la Casa Bianca, però, rimane piuttosto scettica.

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Obama ha inoltre spiegato che gli Stati Uniti stanno valutando le possibili soluzioni per quanto riguarda il conflitto israelo-palestinese, ma alla luce delle contraddizioni di Netanyahu, la possibilità che i due paesi possano pacificamente convivere fianco a fianco in pace e sicurezza appare piuttosto remota: «Non possiamo continuare a premettere la nostra diplomazia pubblica verso qualcosa che tutti sanno non avverrà mai, di sicuro non nei prossimi anni», ha detto il presidente. E ha aggiunto che nessuno ha profilato la creazione di uno stato palestinese “da un giorno all'altro”, ma l'obiettivo è anche dare ai palestinesi la speranza per uno stato sicuro confinante con Israele.

La questione iraniana

Le frizioni sulla soluzione a due stati arrivano in verità dagli amari disaccordi sul ruolo che Washington svolge nelle negoziazioni internazionali sul nucleare iraniano. Obama ritiene che l'accordo verrà finalizzato soltanto quando questo possa garantire maggiore sicurezza per gli Stati Uniti, per Israele e per l'intera regione mediorientale. Netanyahu ha invece criticato duramente le trattative, sostenendo che queste porterebbero a un accordo che metterebbe a rischio lo stato di Israele. E ancora, Obama tiene a precisare che i dissapori USA-Israele sulla questione non hanno alcun carattere personale; si tratta di una trattativa dal carattere “quasi commerciale”, e per la causa egli stesso ha incontrato il premier israeliano più volte di qualsiasi altro leader mondiale. «Dunque il problema non ha al centro il rapporto tra leader», ha detto Obama, «La questione è una chiara e sostanziale sfida internazionale. Non si può ridurre il tutto a un 'teniamoci per mano e cantiamo il kumbaya'».

I commenti della Casa Bianca non hanno inoltre addolcito gli ulteriori dissapori tra i due paesi, aggravati negli ultimi giorni da un report del Wall Street Journal, in cui si accusava Israele di aver spiato alcune fasi della delicata negoziazione sul nucleare iraniano. Il report sosteneva che Israele avesse acquisito informazioni private dai documenti americani, per poi condividerle con i membri del Congresso, nell'obiettivo di mettere su un caso che potesse ostacolare le trattative con l'Iran.

Foto / Fonte: aljazeera.com

Dino Buonaiuto