Cronaca
Wanda Ferro replica a Mastella sulla scuola di magistratura
Il presidente della provincia di Catanzaro Wanda Ferro replica a Mastella sulla scuola di magistratura: il ministro della giustizia Nitto Palma sta ottemperando ad una sentenza del tar immediatamente esecutiva
CATANZARO – 23 OTT 2011 – “L’ex guardasigilli Clemente Mastella grida allo scandalo per il presunto scippo della Scuola di Magistratura che presto sarà realizzata a Catanzaro. [MORE]
La realtà dei fatti è che il ministro della Giustizia Nitto Palma sta ottemperando ad una sentenza immediatamente esecutiva della magistratura amministrativa che ha annullato gli atti che Mastella, da ministro, aveva prodotto per spostare la sede della Scuola da Catanzaro a Benevento”.
Lo afferma il presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, che prosegue: “Un’iniziativa, quella dell’ex ministro Mastella, evidentemente motivata da mere ragioni campanilistiche ed elettoralistiche. Quelle stesse ragioni che oggi lo spingono a fare il ‘masaniello’ che difende la propria città da chissà quale ingiustizia, quando è stato egli stesso a creare un problema che il Tar del Lazio, accogliendo il ricorso della Provincia di Catanzaro, con sentenza n. 3087 del 2009, ha risolto in favore del capoluogo calabrese.
L’indicazione di Catanzaro a sede della Scuola di Magistratura, infatti, non è stata casuale: la città vanta infatti una antica e prestigiosa tradizione nelle attività forensi, è sede di Corte d’Appello e ospita una importante Facoltà di Giurisprudenza, oltre ad avere una posizione baricentrica nell’intero Mezzogiorno. Il ministro Palma, che tra l’altro viene ingiustamente accusato di campanilismo, non poteva esimersi dall’applicare una sentenza talmente giusta che da Benevento nessuno ne ha chiesto la sospensione”.
“Mastella – conclude Wanda Ferro - sta soltanto sollevando un polverone per giustificarsi agli occhi dei suoi concittadini, ma non può pensare di condurre una inutile e grottesca battaglia per quella Scuola di Magistratura che spetta di diritto a Catanzaro e che egli aveva maldestramente e ingiustamente tentato di portare a Benevento.