Cronaca

Wagon-lits, un mese di proteste sulla torrefaro

MILANO, 09 GENNAIO 2012- Ormai è da un mese che gli operai, Carmine Rotatore, 45 anni, Oliviero Cassini, 48, e Beppe Gison, 40, licenziati dalla Wagon-lits l’11 dicembre per la soppressione dei convogli notturni, portano avanti la loro protesta restando arrampicati sulla torrefaro accanto al binario 21, chiedendo di poter essere reitegrati nel loro posto di lavoro ed il ripristino dei treninotte. Così hanno trascorso il loro Natale. [MORE]

Tuttavia i tre non sono soli. A supportarli nella loro protesta, ci sono anche i loro colleghi che, munitisi di tende e coperte, hanno organizzato un presidio ai piedi della torrefaro, decisi di protestare ad oltranza. "Ma sono soprattutto i milanesi che non ci abbandonano: l’appoggio della gente comune è la conquista più bella di queste settimane", hanno dichiarato i tre operai.

"Ci sostiene l’affetto dei colleghi e della città. Certo, è dura: da un mese viviamo in quattro metri quadrati. Anche per questo il medico di Emergency che ci segue da qualche settimana ci ha raccomandato una dieta povera di grassi e di fare qualche esercizio ogni giorno, per evitare che i muscoli si indeboliscano, visto che le possibilità di muoversi sono poche", dichiara Beppe Gison. Sottolinea Cassini, "Un mese fa progettavamo di salire qui sopra, sperando che servisse a qualcosa. Pensavamo di resistere qualche giorno, invece è passato un mese. Qualcosa si è mosso, ma ancora non siamo riusciti a ottenere quello che vogliamo: è per questo che andiamo avanti".

Purtroppo sono 152 in tutta la Lombardia, di cui 126 tra Milano e provincia, i lavoratori che sono rimasti senza lavoro a seguito della decisione di Trenitalia di sopprimere i treninotte. Tuttavia, come evidenziano i licenziati, "Hanno cancellato i treni-notte sostenendo che fossero semivuoti. Ma negli ultimi anni veniva occupato fino al 70 per cento dei posti: un record".

Così, a causa di ciò, le tre imprese appaltatrici di Fs che fornivano i servizi di accompagnamento, manutenzione e pulizia dei convogli, hanno proceduto con i suddetti licenziamenti. Come se ciò non fosse sufficienti, i cuccettisti si sono visti allegire di un importo tra i 400 e i 500 euro, l’ultima busta paga in via cautelativa, in attesa della riconsegna delle divise e dei palmari di servizio. Come ha dichiarato Rocco Ungaro, della Filt Cgil, "Ma molti non hanno potuto riconsegnare l’attrezzatura alla fine dell’ultimo turno visto che la ditta ha chiuso e gli stessi funzionari che avrebbero dovuto prendere in custodia il materiale non ci sono più. È assurdo privare gli operai di quella cifra, proprio quando non hanno più uno stipendio».

Comunque sia, la trattativa lombarda si è bloccata proprio sulla ripresa del servizio dei treninotte, dopo la proposta di ricollocazione presentata ai lavoratori il 30 dicembre in Regione, la quale era stata firmata da Cisl e Uil, ma non dalla Cgil, "Per noi è fondamentale il ripristino delle corse cancellate", ha sostenuto con forza Carmine Rotatore.

(Fonti: Corriere della Sera, La Repubblica. Fotogramma:lettera43.it)

Rosy Merola