Vulcano islandese e traffico aereo: disagi ma niente paralisi
Cronaca

Vulcano islandese e traffico aereo: disagi ma niente paralisi

martedì 24 maggio, 2011

Anno nuovo, storia vecchia: di certo tutti ricordano ancora l’eruzione del vulcano islandese 'Eyjafjoll, che non molti mesi fa mise in ginocchio il settore dei trasporti aerei europei. Questa volta è il Grímsvötn a far tremare viaggiatori e compagnie aeree minacciando il passaggio di nuove nubi di ceneri. E così, ancora una volta, un vulcano dal nome impronunciabile e fino a ieri sconosciuto è riuscito a salire alla ribalta modificando piani di capi di stato in visita ufficiale (Barack Obama ha anticipato la sua partenza per Dublino da Londra), di squadre di calcio impegnate nella finale di Champions League (il club del Barcellona partirà in serata per Parigi, e poi raggiungerà in treno la capitale inglese dove si disputerà la partita), e scatenando le ire di Ryan Air: la compagnia irlandese sarebbe convinta infatti che non esisterebbero gli estremi per annullare i voli sul cielo scozzese.[MORE]

A risentire dell’emergenza, sarebbe stato soprattutto lo spazio aereo britannico, ma anche in Germania settentrionale e nelle regioni più a Sud della penisola Scandinava cominciano a registrarsi i primi disagi: quel che è certo, afferma Quarata, direttore generale dell’Enac e vicepresidente dell’assemblea di Eurocontrol, è che la situazione sembrerebbe essere maggiormente sotto controllo rispetto allo scorso anno. Il Ministro dei Trasporti del Regno Unito, Philip Hammond, ha annunciato alla Bbc che non ci saranno chiusure totali del traffico aereo, e la stessa rassicurazione è stata confermata dalla Commissione dell’Unione Europea, che mette in guardia tuttavia da una settimana difficile per i trasporti.

Sarebbero intanto ben 500 i voli annullati sui circa 29 mila previsti nel corso della giornata in tutto il continente; il capo operazioni di Eurocontrol a Bruxelles, Bryan Flynn, si dice però abbastanza fiducioso che l’impatto della nube nei prossimi giorni potrebbe essere relativamente  limitato. L’Europa, insomma, si dichiara più pronta a dare risposte efficienti, pur continuando a considerare la sicurezza dei viaggiatori prioritaria.

Simona Peluso

 


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