Politica

Voto di scambio, il Senato approva la modifica del 416ter. Ma in aula è caos

ROMA, 16 APRILE 2014 - L’Aula del Senato ha approvato, in quarta lettura, la modifica dell’articolo 416ter del codice penale che sanziona il voto di scambio politico mafioso. Il ddl è passato con 191 sì, 32 voti contrari e  8 astenuti. 

La legge entrerà in vigore a breve termine, ovvero, così come previsto della legge, dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Ciò significa che la nuova regolamentazione sarà applicata fin dalle prossime elezioni Europee.

Tra i punti essenziale approvati quest’oggi a Palazzo Madama è l’introduzione dell’espressione “altre utilità”. Detto in altri termini sarà riconosciuto il reato di voto di scambio politico mafioso non soltanto attraverso lo scambio di denaro, bensì anche mediante accordi di altro genere che, per l’appunto, intrecciano esponenti politici con organizzazioni di stampo mafioso.

Ma l’approvazione di tale importante modifica penale ha suscitato non poche polemiche durante i lavori in aula del Senato. Infatti parlamentari del M5S hanno veementemente protestato contro la riduzione di pena, prevista dal nuovo ddl, che passa da un minimo di 7 anni fino ad un massimo di 12 ad un minimo di 4 anni fino a 12 anni di reclusione. I senatori grillini hanno più volte interrotto le dichiarazioni di voto degli altri parlamentari, esponendo per altro cartelli con i volti di Giorgio Napolitano e di Silvio Berlusconi, rei di essersi incontrati di recente, ma anche con fotomontaggi ad arte che ritraevano un volto dall’unione di Berlusconi e Renzi, etichettati come “padrini” della mafia. Per tale ragione il presidente del Senato, Pietro Grasso, è più volte intervenuto richiamando, non senza fatica, all’ordine. «Se le dico di tacere – ha tuonato il presidente Grasso mentre allontanava dall’Aula l’ex capogruppo del M5S, Vincenzo Santangelo ed il senatore grillino Alberto Airola, lei deve tacere. Ha la possibilità di rientrare se si scusa».

Il senatore del M5S Mario Michele Giarruso, intervenendo in Aula, ha attaccato i parlamentari favorevoli: «il ddl contro il voto di scambio trasformato alla Camera in una norma inutile serve vi serve perché ci sono le elezioni e perché qualcuno deve fare un nuovo patto con la mafia, e lo deve fare – ha aggiunto – prima di queste elezioni. È un favore alla mafia e ai suo solidali».

Di opposto parere il senatore del Pd, Franco Mirabelli che motivando il «sì convinto del suo gruppo» ha respinto le accuse al mittente invitando i parlamentare del M5S a «non fare propaganda elettorale su un tema così importante come la mafia, poiché – ha aggiunto Mirabelli – la mafia si serve anche di chi getta discredito sulle istituzioni come state facendo voi».

Ma al di fuori delle aule parlamentari sono tanti i pareri espressi dalle associazioni e dalle istituzioni che da anni si distinguono nella politica dell’antimafia e che chiedono da tempo la modifica del 416ter. Tra queste vi è “Libera. Associazioni e Numeri contro le Mafie”, promossa da Don Ciotti e che da anni ha lanciato la campagna “Riparte il futuro” proprio contro il voto di scambio, sostenuta per altro da oltre 475mila cittadini, che attraverso una nota ufficiale ha accolto favorevolmente la votazione del Senato, sottolineando comunque gli aspetti negativi da dover migliorare: «la modifica del 416ter contiene una buona notizia e un errore da correggere: la buona notizia è l’inserimento, dopo un iter tormentato, delle due parole “altre utilità”, che colpiscono al cuore il voto di scambio politico mafioso, finora limitato all’erogazione di denaro. L’errore – si continua a leggere nella nota – su cui Libera ha espresso fin da subito le sue perplessità, è quello della riduzione delle pene, che vanno inserite, invece, in un più generale inasprimento di tutti i reati di mafia, a partire dal 416 bis, oggi sanzionato con condanne inferiori a quelle previste per l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti».

Come accennato anche mediante la nota qui riportata, l’iter di approvazione di questo testo, iniziato nel luglio del 2013, ha diviso più volte politici, opinione pubblica, associazioni e magistrati. Proprio l’Anm (associazione nazionale magistrati) attraverso il suo presidente Roberto Sabelli, si è detta del tutto soddisfatta: «Un buon risultato che va incontro a una richiesta che avevamo fatto, quella di rafforzare la lotta al voto di scambio, estendendo questo tipo di reato a quelle situazioni che finora ne erano fuori, cioè voto o promessa di voto contra altra utilità o promessa di altra utilità». Di parere positivo anche il commento giunto dal Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti: «Abbiamo uno strumento in più contro le mafie».[MORE]

È voce fuori dal coro, invece, il Procuratore di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, che, da profondo conoscitore del fenomeno mafioso, ha affermato: «La pena mi pare troppo lieve rispetto alla gravità del fatto, mi aspettavo sanzioni più severe. Considerando la possibilità di essere giudicato col rito abbreviato e la buona condotta, sarà fuori dopo 2-3 anni. Non è una linea che rende non conveniente delinquere».

(Immagine da termometropolitico.it)

Giovanni Maria Elia