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Volkswagen: a rischio un milione di auto in Italia

BERLINO, 26 SETTEMBRE 2015 – Potrebbero raggiungere addirittura la cifra di un milione i motori truccati in Italia dalla Volkswagen, coinvolta negli ultimi giorni in uno scandalo senza precedenti. [MORE]  

A rivelare la preoccupante informazione è stato Riccardo Nencini, viceministro dei Trasporti, durante un suo intervento al meeting dei Centri di revisione auto. Il viceministro ha dichiarato: «Una previsione di massima indica circa un milione di veicoli coinvolti. Sono in corso controlli per verificare il danno provocato anche in Italia». Il Viceministro ha poi concluso, spiegando che l’indagine attualmente in corso «potrebbe chiudersi entro pochi mesi, entro la fine dell'anno. Auspico che Volkswagen risolva rapidamente questa situazione. Vedo che si sta muovendo con grande celerità: ha cambiato i vertici in poche ore dalla notizia dello scandalo».

Secondo quanto rivelato dal Financial Times, quella dei test truccati non sarebbe stata una novità, ma piuttosto una vicenda nota già due anni fa. Nel 2013, infatti, la Commissione Ue, attraverso la pubblicazione di un rapporto del Joint Research Centre, avrebbe denunciato il rischio della realizzazione, da parte delle case automobilistiche, di manipolazioni dei test sulle emissioni. Il rapporto, secondo quanto emerso, avrebbe posto l’attenzione proprio sul defeat device, il dispositivo che costituisce oggi il cuore pulsante dello scandalo Volkswagen. Immediata la replica dell’Ue che, attraverso un suo portavoce, ha precisato: «Il team di ricerca della Commissione Ue ha misurato le emissioni e scoperto che i test di laboratorio non catturano accuratamente la quantità di gas nocivi emessi durante la guida su strada e ha fornito sostegno vitale agli sforzi della Commissione per introdurre i test su strada. Questa differenza nei test sulle emissioni sono cosa nota. Identificare l'uso potenziale di applicazioni ingannevoli non è mai stato parte di questi studi e non sarebbe nemmeno stato possibile visto che i ricercatori non avevano accesso ai motori, ma venivano misurati sono i gas di emissione»

(foto www.aclibergamo.it)

Elisa Lepone