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Visita all'ex cinema Arcobaleno: ecco uno scorcio della "Bologna indignata"

Gianluca Pisutu
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Visita all'ex cinema Arcobaleno: ecco uno scorcio della "Bologna indignata"
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BOLOGNA, 15 NOVEMBRE - L’orologio di Piazza Maggiore segna le 23, è sabato sera. Le vie del centro sono affollate come sempre, ci dirigiamo verso l’ingresso del locale dismesso, luogo di nessuno nel quale i contestatori hanno fatto breccia due giorni fa. Sui muri notiamo i volantini dedicati alla “Santa Insolvenza”, la silhouette di una ragazza slanciata che tiene in mano una spada, il simbolo-protesta degli indignati testimoni del “miracolo dell’occupazione”.[MORE]

E’ tempo di raggiungere la sala centrale: forse nel laboratorio culturale allestito dai contestatori si sta svolgendo un dibattito. Dopo alcuni minuti ecco la stanza principale, siamo in platea. Un ragazzo ha appena finito di parlare. Le pareti recano i segni dell’incuria e dell’abbandono: la struttura è però mantenuta in ordine dagli occupanti che a piano terra hanno anche allestito una piccola area per la raccolta differenziata. La posizione favorevole ci consente di dare un rapido colpo d’occhio: nei corridoi si scorgono numerose persone, l’andirivieni è sostenuto. L’età dei presenti è eterogenea: studenti delle scuole superiori, universitari, semplici curiosi (anche avanti negli anni) e “improbabili contestatori” che, nonostante diano l’impressione di trovarsi nel posto sbagliato, siedono comunque sulle comode poltroncine.

Scambiamo qualche parola con Leonardo che ci racconta degli avvenimenti che hanno portato all’occupazione del cinema: quel che sta accadendo ora non è altro che il proseguimento naturale delle proteste incominciate lo scorso 15 ottobre a Roma. La “Santa Insolvenza” è una critica alle banche, agli speculatori; la crisi non deve ricadere sulle spalle dei cittadini, il movimento si oppone alla miseria e alla povertà ormai presenti nella realtà cittadina di tutti i giorni. I progetti per il futuro del laboratorio sono invece in fase di definizione: sui muri vediamo fogli e cartoncini sui quali i visitatori firmano o propongono il proprio nome ad uno dei comitati fondati per l’occasione. La tabella di marcia è ancora da definire ma non mancano certamente le proposte: Cristina ad esempio, trasferitasi da poco a Bologna per proseguire gli studi di biologia, vorrebbe promuovere un dibattito sugli OGM e dedicare a questi ultimi alcune serate di approfondimento.

Come andrà a finire l’esperimento dei manifestanti? Al momento la risposta è non solo in mano al movimento studentesco ma anche alla giunta comunale che non ha ancora espresso una posizione ufficiale in merito alle recenti occupazioni (oltre al cinema le tende hanno raggiunto anche un magazzino in via Clavature e la sede universitaria di Lettere e Filosofia in via Zamboni). Gli occupanti sono naturalmente intenzionati a portare avanti l’attività culturale -contestativa e le manifestazioni del 17 e 26 novembre sono proprio dietro l’angolo.

Gianluca Francesco Pisutu


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Scritto da Gianluca Pisutu

Giornalista di InfoOggi

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