Cronaca

Violenza sulle donne: sabato 26 novembre in piazza con "Non Una di Meno"

Violenza maschile sulle donne: sabato 26 novembre in piazza a Roma con Non Una di Meno. Appuntamento alle 14,30 a piazza della Repubblica. Il corteo sfilerà fino a piazza San Giovanni

“Oggi 26 novembre scendiamo in piazza convintə (*) che la lotta contro la violenza patriarcale non può prescindere dall’opposizione alle guerre sui nostri corpi”, così inizia il comunicato di convocazione della manifestazione nazionale che, come ogni anno in questi giorni, si terrà sabato 26 novembre a Roma. La manifestazione, che partirà da piazza della Repubblica alle 14,30, è indetta da Non una di meno e vi aderiscono molte altre realtà che lavorano al contrasto della violenza maschile sulle donne, tra cui la rete dei centri antiviolenza D.i.Re.

(*) ə è un carattere dell’Alfabeto Fonetico Internazionale, si chiama “schwa” e si utilizza al posto del plurale maschile per indicare pluralità miste contenenti donne e uomini

"È la guerra che ha come scenario il chiuso delle case e delle relazioni, ma non è una guerra privata: è l’espressione terribile e estrema della violenza strutturale contro le donne e le libere soggettività”, continua il comunicato di Non una di meno. Sono anni che si manifesta sostenendo che l’assassino ha le chiavi di casa.

Alla guerra quotidiana che dall’inizio dell’anno ha provocato 91 femminicidi, lesbicidi e transcidi in Italia, fa eco la guerra in Ucraina, “una guerra che ci coinvolge e ci riguarda tuttə. Violenze, lutti, stupri, distruzione segnano le vite di chi fugge e di chi resta, riducendo le donne a terreno di conquista”, continua il comunicato di Non una di meno, la rete che riunisce diverse realtà femminili e femministe a livello nazionale, tra Centri antiviolenza, sindacati, associazioni e collettivi.

È la stessa guerra che riapre il tema dell’accoglienza in Europa “su base etnica e identitaria, occultando la realtà di sfruttamento dell’immigrazione, soprattutto femminile”. Inoltre “si intensifica sui vari fronti già aperti nel mondo (Afganistan, Kurdistan, Palestina, Yemen), per la definizione del nuovo ordine mondiale, affermando la logica patriarcale del più forte, con le bombe e la minaccia atomica, con la deriva autoritaria e antidemocratica da Est a Ovest”, conclude il comunicato di Non una di meno.

Il 77% delle donne accolte dai Centri antiviolenza è di origine italiana e quasi l'80% dei maltrattanti è italiano”

Antonella Veltri, presidente D.i.Re, Donne in Rete Contro la Violenza

D.i.Re, Donne in Rete Contro la Violenza, la rete dei centri antiviolenza aderisce alla manifestazione nazionale prevista per sabato 26 novembre a Roma, “per ribadire la necessità di una mobilitazione generale, in un momento storico di particolare gravità: la situazione economica, sociale, ambientale legata alla guerra e al cambiamento del quadro politico è preoccupante”.

“Già dalle prime scelte del governo si possono intravedere le minacce al movimento delle donne e agli spazi di autodeterminazione e libertà.

Nel suo intervento in occasione del 25 novembre, la presidente Meloni non ha accennato alla vita delle donne che ogni giorno sono in situazioni di maltrattamento e violenza in Italia, se non per riferirsi a quelle di origine straniera, o maltrattate da uomini con credenze religiose repressive”, rileva la rete dei centri antiviolenza D.i.Re nel suo comunicato. “Non è più giustificabile l'equivoco”, commenta Antonella Veltri, presidente di D.i.Re., sostenendo il grande rischio di parlare della violenza per quello che non è. 

“La violenza contro le donne è studiata, riconosciuta, purtroppo esistente anche nelle nostre case, alle nostre latitudini, a vari livelli”, conclude Antonella Veltri.

I Centri antiviolenza devono quotidianamente fare i conti non solo con la scarsità di risorse pubbliche, ma a preoccupare è soprattutto l'attacco all'autonomia e il tentativo di far progressivamente sparire i connotati politici femministi dei Centri Antiviolenza, l’attenzione e la lotta contro il cambiamento della società violenta e misogina in cui viviamo. Ecco perché è fondamentale essere in piazza" Di.Re, Donne in Rete Contro la Violenza, la rete dei centri antiviolenza (Rai News)

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