Cronaca
Violazioni privacy dei siti web italiani: ora i medici fuori regola rischiano le multe
FIRENZE, 28 SETTEMBRE 2014 - Riceviamo e Pubblichiamo - Nei giorni scorsi il Garante aveva già annunciato 200 ispezioni entro dicembre riguardanti in modo particolare medici di base e pediatri, ma alla luce dei risultati della ricerca condotta da Federprivacy, con il 17% dei siti web dei settori sanitari che violano il Codice Privacy, studi medici, cliniche e laboratori di analisi rischiano di diventare il bersaglio principale dell'Authority
Quando si risponde alle domande che ci pone il dottore durante una visita medica, si ha una certa fiducia che il professionista manterrà il riserbo sul nostro stato di salute, come gli impone anche il codice deontologico, ma se ci vengono richieste le stesse informazioni attraverso il form di contatto di un sito internet, spesso la scarsa trasparenza fa aumentare i dubbi su come saranno realmente impiegati i nostri dati più riservati. E questa prassi sta prendendo sempre più campo con l'avvento del web 2.0, con referti scaricabili da siti web, consultazioni mediche online, e anche richieste di pareri e preventivi per le sempre più diffuse operazioni di chirurgia estetica.[MORE]
Nonostante le informazioni riguardanti la salute del paziente siano classificate dal nostro Codice Privacy come "dati sensibili", e per questo sono soggetti a misure di protezione specifiche dalla normativa in materia di protezione dei dati personali, le vicende legate alla tutela della riservatezza in ambito sanitario hanno sempre richiesto speciale attenzione da parte del Garante, che negli scorsi giorni aveva infatti preannunciato 200 ispezioni entro la fine dell'anno, aventi trai destinatari anche medici di base e pediatri, per verificare oltre all'adozione delle misure di sicurezza, anche l'impiego da parte di questi di programmi e software che prevedono la conservazione di dati sensibili presso terzi e la loro eventuale condivisione.
L'allerta innescata dal monito del Garante, si è trasformata adesso però in un vero e proprio allarme rosso per ospedali, cliniche, laboratori di analisi, studi medici, dentisti, chirurghi estetici, ed altri professionisti dei settori sanitari. A far venire il sudore freddo ai diretti interessati, sono i risultati di una ricerca condotta da Federprivacy, la quale ha evidenziato che il 17% dei siti web che svolgono attività legate alla salute violano il Codice della Privacy, non fornendo all'interessato l'informativa per spiegare come saranno trattati i suoi dati personali, in molti casi omettendo anche di chiedere il consenso per essere autorizzati a trattare i dati sensibili.
"Per quanto riguarda il settore sanitario, dei 1.690 siti web riscontrati fuorilegge, ben 292 sono riferiti ad attività sanitarie, per un ammontare di circa 3,5 milioni di euro di sanzioni amministrative, escluse le omissioni delle richieste di consenso per cui sta alle autorità giudiziarie se vi sono implicazioni penali - spiega il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi - sta di fatto che quello dei 2.500 siti esaminati nel corso dello studio è un campione che corrisponde ad un millesimo del totale dei 2,5 milioni di siti italiani, per cui il fenomeno delle violazioni privacy in internet assume dimensioni preoccupanti anche per i settori legati alla salute, laddove i cittadini si aspettano di essere maggiormente tutelati dalla Legge. In attesa che il Garante effettui le ispezioni annunciate, e auspicando che svolga nel contempo anche i controlli nei siti web dei trasgressori, consigliamo a tutti i cittadini che si rivolgono a prestazioni mediche attraverso internet di verificare con attenzione che ricevano una informativa trasparente, stampando e conservando il documento prima di dare il consenso, perchè possano eventualmente utilizzarlo come prova nel caso in cui si accorgessero che i dati che li riguardano non sono stati trattati correttamente."
E' infatti un diritto dell'interessato, quello di ricevere un'idonea informativa sul trattamento dei dati personali per poter essere in grado di scegliere se prestare o meno il proprio consenso, e l'art. 161 del Dlgs 196/2003 punisce le infrazioni a tale prescrizione con sanzioni pesantissime che vanno dai 6.000 ai 36.000 euro, cifre che possono essere anche raddoppiate se tali violazioni coinvolgono numerosi interessati, come nel caso dei siti internet accessibili al pubblico, o addirittura quadruplicate se il contravventore è un soggetto facoltoso.
(Immagine da greenbookblog.org)
Fonte: Ufficio Stampa Federprivacy