Politica

Vinti: "La proposta di istituire un Cie a Perugia è sconcertante, sbagliata e inutile"

PERUGIA, 23 AGOSTO 2013 - “La richiesta di Franco Parlavecchio di istituire nella provincia di Perugia un Cie è sconcertante oltre che sbagliata ed inutile. La proposta di Parlavecchio sembra non tenere minimamente in considerazione il bilancio fallimentare di vent’anni di politiche della destra italiana ai limiti della xenofobia.

Pensavamo che con la Bossi – Fini si fosse toccato il fondo ma evidentemente così non è e spiace che anche a sinistra, purtroppo, la questione della sicurezza venga trattata in maniera superficiale e demagogica. Si preferisce la caccia alle streghe piuttosto che affrontare i problemi in maniera seria, con un populismo retrò di cui faremmo volentieri a meno, soprattutto quando in ballo ci sono la vita e i diritti dei cittadini.

Le norme che si ponevano l’obiettivo di aggredire l’immigrazione clandestina non hanno fatto altro che peggiorare le cose sia sotto il profilo del rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti sia favorendo, di fatto, la clandestinità.

Le esperienze di altri centri analoghi a quelli che Franco Parlavecchio vorrebbe anche a Perugia ci parlano di veri e propri limbi dove i diritti sono sospesi, centri di detenzione ai limiti della legalità denunciati dalle istituzioni europee e dalle principali organizzazioni umanitarie internazionali. Un fallimento sotto tutti i punti di vista, compreso l’ingente investimento di risorse necessarie al loro mantenimento che potrebbero essere usate in ben altra maniera e con risultati certamente migliori

È questo che serve a Perugia? Ritengo di no.

È ormai dal 2008 che l’Umbria è stata inclusa dalla Commissione nazionale antimafia tra le regioni ambite dalle organizzazioni criminali di stampa mafioso già insediatesi in modo clandestino nel territorio, soprattutto quello perugino, facendo affari nei settori del riciclaggio di denaro sporco, degli appalti e del narcotraffico. Anche per questo il Consiglio regionale ha istituito una apposita commissione di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose. Per questo è sbagliato individuare nell’immigrato la genesi dei problemi del centro storico di Perugia, così come è errato pensare che i centri per l’identificazione e l’espulsione siano la panacea per la risoluzione dei problemi sul tavolo che avrebbero bisogno di ben altre risposte”.

“Occorre, al contrario, prosegue la nota dell’assessore Vinti, lavorare sulla prevenzione con politiche sociali canalizzate, sull'integrazione sociale e, come ultimo stadio, sulla repressione, a patto che non danneggi i diritti sociali. Fondamentale, una volta appurata la responsabilità del soggetto, è la certezza della pena. Perugia è una città in controtendenza rispetto ai dati nazionali poiché, a differenza di altre, i reati continuano ad aumentare mettendo a rischio, oltre ai cittadini, anche moltissime attività commerciali. Ma non è con le deportazioni che si risolve il problema. È necessario definire con urgenza progetti complessivi di ‘sicurezza democratica' con soluzioni innovative, avanzando proposte di riqualificazione e progettazione urbanistica al fine di creare un territorio sicuro e funzionale a sostenere la vitalità dei quartieri, rendendo fruibili gli spazi della città a tutti coinvolgendo gli stessi residenti anche nel contrastare il degrado delle aree verdi.

Solo ricostruendo una idea forte di legalità diffusa possiamo sperare di far tornare Perugia città dell’accoglienza e non sprecando risorse per aprire nuovi lager”.

[Fonte: www.regione.umbria.it] [MORE]

Gianluca Teobaldo