Chiesa e Società

Vincenzo Bocciarelli: interpreta Gesù nella via crucis con i disabili

 ROMA - Vincenzo Bocciarelli, volto noto e molto amato dal pubblico. Un artista a 360 gradi, molto umile, che ringrazia Dio per il dono della sua arte e, nonostante siano passati oltre 25 anni dagli esordi della sua carriera, ancora oggi si sente molto responsabile e timoroso ogni volta che deve recitare o anche rilasciare un’intervista perché a suo dire si entra sempre a contatto con la gente e questa va amata e rispettata. Nella sua carriera Vincenzo Bocciarelli è stato a lungo impegnato a teatro con Giorgio Strehler, dalla cui scuola proviene e nella quale si è formato anche grazie ai capolavori di Dostoevskij, Cechov e Tolstoj. Inoltre ha lavorato con Theodoros Terzopoulos, con Giorgio Albertazzi e con Glauco Mauri, ed ha partecipato a rappresentazioni di successo in tutto il mondo. All'attività teatrale ha in seguito affiancato varie esperienze in Fiction tra cui "Orgoglio" "Il bello delle donne", "Incantesimo", "Cinecittà", "Don Matteo", "Un caso di Coscienza", "Pompei" e tante altre. [MORE]


Anche quest’anno l’attore protagonista oggi pomeriggio alle 16 ad Eboli, nel centro Elaion interpretando Gesù nella Via Crucis interamente curata da persone disabili.


D. Interpretare Gesù nelle sue ultime ore di vita e farlo circondato da persone speciali, cosa significa per te?


«Quando fui chiamato la prima volta, oramai otto anni fa al Centro Elaion di Eboli dal Presidente Cosimo De Vita per interpretare Gesù nella Via Crucis, non mi resi conto di quanto sarebbe stato emozionante interpretare Gesù non solo dal punto di vista interpretativo ma proprio nel contesto, nel mondo in cui questa Via Crucis particolare prendeva vita, in un mondo dove apparentemente c’è una disabilità ma che in realtà, c’è una profonda vicinanza con l’Assoluto. Mi spiego meglio: la delicatezza d’animo che hanno questi ragazzi, la loro capacità di commuoversi è meraviglioso. Ricordo, ad esempio, il momento in cui i soldati frustano Gesù, loro si commuovono veramente. Come interprete della via crucis mi arricchisco ogni volta e mi fa crescere sempre più. Sorprendente è la grandissima partecipazione di tutto lo staff medico e dei fisioterapisti, gente di grande umanità e poi una grande cura per ogni particolare con la scenografia preparata dai ragazzi del centro».


D. Qual è il tuo rapporto con la fede? Il tuo rapporto con Gesù?


«Gesù è il mio grande alleato, è il mio grande amore nel senso che mi ha accompagnato da sempre. L’ho sempre sentito vicino, presente. Ho un quadretto di Gesù sul Golgota che mi è stato regalato dal mio papà e nei momenti difficili affido e offro a lui le mie sofferenze. Esco quest’anno da una situazione molto delicata e dolorosa con colei che pensavo potesse essere la donna della mia vita e anche qui ho chiesto luce a Gesù: “se non è la donna della mia vita è inutile che perdiamo tempo…” e la risposta è arrivata potente. Sono stato lasciato dalla mia fidanzata dopo una storia di tre anni. Gesù e la mia arte mi sono stati molto vicino in questi mesi di sofferenza. Gesù e la Madonna sono la mia forza. Senza di loro non sarei arrivato dove sono, con onestà e grazie al mio carisma che è dono dello Spirito Santo. Magari i successi rapidi sappiamo benissimo da dove vengono. Io ho scelto il percorso più lungo e ne sono orgoglioso perché chi mi sceglie lo fa per le mie capacità e ringrazio Gesù per avermi ricordato l’importanza di essere pazienti e questo lo insegno anche ai miei allievi di recitazione: la pazienza è della luce, la fretta è del buio».


D. qual è la preghiera che vorresti chiedere al Signore in questo momento per te e per gli altri?


«Chiedo a Gesù di poter illuminare il cuore delle persone. C’è tanta cattiveria, tanta follia. Io vivo a Roma. Ogni volta che torno da un viaggio fuori Italia, leggo una tristezza enorme nei volti della gente. Sono stato alla Grotta di Betlemme quest’anno ed è stato meraviglioso e ho chiesto questo a Gesù: di illuminarci tutti quanti, di trasformare in positivo il negativo e per quanto riguarda me, ho chiesto e chiedo di illuminarmi nelle mie scelte. Affido a lui il mio percorso artistico per scegliere sempre ciò che è più giusto per me. Vorrei, infine, fare una preghiera-ringraziamento a tutte le persone che ho incontrato nella mia vita. Siamo molto concentrati nel chiedere ma si prova grande gioia nel ringraziare anche per le piccole cose. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno creduto in me e che mi hanno dato la possibilità di fare ciò in cui ho sempre creduto. Grazie ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuto, al mio agente Giuseppe Perrore, scomparso nel 2006, i miei maestri di teatro e un ringraziamento speciale a Enrico Pinocci il produttore che mi sta facendo vivere delle emozioni bellissime. Quest’anno con Mission impossible sarò per la prima volta a Cannes».

 

Don Francesco Cristofaro