Cronaca

Vesuvio: per la prima volta anche Napoli è nella zona a rischio

NAPOLI, 12 GENNAIO 2013 - La "zona rossa" è l'area di rischio che circonda il Vesuvio, che comprende i comuni che, nel caso di una nuova eruzione, potrebbero essere sommersi interamente da cenere e lapilli.

Questa zona è stata definita dal comitato operativo della Protezione Civile e, finora, ha compreso 18 comuni: Somma Vesuviana, Terzigno, Ottaviano, Ercolano, Sant’Anastasia, San Giuseppe Vesuviano, Pompei, Boscoreale, Pollena Trocchia, Torre Annunziata, Boscotrecase, Trecase, Portici, San Giorgio a Cremano, Cercola, Massa di Somma e San Sebastiano al Vesuvio. Adesso, dopo una nuova valutazione dei rischi, a questi comuni se ne aggiungono sette, Nola, Palma Campania, Poggiomarino, Pomigliano d'Arco, San Gennaro Vesuviano, Scafati e ben tre quartieri di Napoli.[MORE]

E' la prima volta che la città di Napoli viene presa in considerazione, e ad essere a rischio sono i quartieri orientali di Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio, che farebbero aumentare la popolazione da evacuare da 600.000 a un milione di persone. Il pericolo consiste in edifici a rischio collasso per il peso delle ceneri e ad evacuare sarebbero, ad oggi, 400 mila cittadini.

L'area est di Napoli era già inclusa nella zona "gialla", ma negli ultimi mesi i parametri sismici e vulcanologici sono variati, registrando una graduale deformazione del suolo. Questa la motivazione dell'innalzamento del livello di "attenzione" che ha portato a nuove valutazioni e nuovi provvedimenti.

Il vice presidente della Commissione Grandi Rischi Mauro Rosi ci tiene a precisare che non si tratta di uno stato di allerta o pericolo, ma non bisogna sottovalutare i rischi di una nuova eruzione come quella del 79 d.C. che non si potrebbe mai escludere con certezza. Inoltre non si può sapere dove si aprirebbe la nuova bocca eruttiva e, tra tutti questi punti interrogativi, meglio essere consapevoli dei rischi e diffondere le misure di sicurezza a tutti i cittadini.

 

Valentina D'Andrea