Cronaca
"Vertenza via Paparo", si contesta la mancata attivazione del servizio di prevenzione oncologica
CATANZARO, 3 GIUGNO 2013 - A quasi tre mesi dalla nostra ultima iniziativa, torniamo sulla cosiddetta “vertenza via Paparo”, ovvero la mancata attivazione del servizio di radiologia mammografica presso la struttura pubblica dell’ASP di Catanzaro, situata appunto in via Paparo. Nei giorni successivi alla nostra manifestazione di protesta in “piazza” dell’8 marzo u.s., il partecipatissimo sit-in e il colloquio con il Prefetto di Catanzaro, nel corso di un incontro con l’ASP di Catanzaro tenutosi presso la presidenza della giunta regionale, il direttore, dottor Gerardo Mancuso, ha manifestato pubblicamente ed ufficialmente la volontà di affrontare e risolvere la “vertenza via Paparo”, chiedendo però il tempo necessario che consentisse a lui ed ai suoi collaboratori di individuare adeguate soluzioni.
Effettivamente, nelle settimane successive, abbiamo avuto modo di constatare, periodicamente, che questa ricerca di adeguate soluzioni fosse effettiva, sebbene - a tutt’oggi - infruttuosa. E proprio in ragione di ciò, ovvero del mancato riscontro, per così dire fattuale, rompiamo il nostro silenzio. Rispettiamo il lavoro altrui, abbiamo dato tempo e fiducia per come richiesto, ma oggi - riteniamo - sia il caso di tornare a bomba. Ribadiamo pertanto con assoluta determinazione le nostre richieste, le nostre intenzioni e le nostre aspettative, così riepilogabili:
1. chiediamo che l’unità radiologica di via Paparo venga consolidata e potenziata con opportuni investimenti in risorse umane, dotazioni strumentali e finanziarie, sia nella sue attività di cosiddetta radiologia tradizionale, sia in quelle innovative di diagnostica mammografica ed ecografica;
2. chiediamo che l’attivazione di detti servizi di diagnostica mammografica ed ecografica, finalizzati alla prevenzione oncologica, vengano programmati ed erogati direttamente dal Servizio Sanitario Pubblico, quale garante del diritto costituzionale alla salute. E sia pure con tutte le difficoltà immaginabili, si debba approdare gradualmente ad una vera struttura territoriale di prevenzione oncologica di primo livello, sia per le attività di screening, che per quelle ordinarie di extra screening;
3. chiediamo che la collaborazione con la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) sia da apprezzare e da consolidare, a condizione però che - anche nella fattispecie - essa eserciti una funzione integrativa e non sostitutiva del Servizio Sanitario Pubblico, ed un eventuale suo maggiore coinvolgimento non vada però a nocumento della esistente radiologia tradizionale, in termini logistici, di autonomia operativa, e di dotazioni umane, strumentali e finanziarie;
4. infine, chiediamo all’ASP di Catanzaro di non sottovalutare più la variabile tempo. Sì. Perché il tempo che passa a vuoto nella vertenza via Paparo non è soltanto tempo perso, tempo non vissuto, ma è disagio, disservizio grave, diagnosi tardiva, e può trasformarsi in sofferenza atroce, malattia irreversibile, cancro.
Noi non accettiamo di essere silenziosi e passivi testimoni di questa prospettiva. Aspettiamo dunque delle risposte positive e non più differibili a quanto qui congiuntamente richiesto.
Catanzaro, 3 giugno 2013
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