Politica

Verso la Pace nel Mondo: Realtà o Utopia?

Cosa intendiamo per pace? La Pace può essere definita in modo ragionevole come la condizione relazionale, politica che si caratterizza da una situazione condivisa di armonia e contemporanea eliminazione e assenza di qualsiasi tensione e conflitto. 

Essa si può instaurare tra due Nazioni come conseguenza di una guerra o dalla cessazione di un conflitto di comune accordo tra gli Stati e i relativi diplomatici secondo il rispetto di termini e condizioni. In ambito teorico il concetto di pace va considerato come valore universale riconosciuto da tutti e in grado di superare qualsiasi barriera, pregiudizio ideologico,tramite il dialogo tra le parti comprendendo le ragioni e le paure dell’altro per evitare conflitti. 

La Pace è un mezzo finalizzato a salvare vite umane che oggi sembra necessario sia per salvare le vittime dirette della guerra sia quelle indirette  degli Stati che risentono del calo delle importazioni di beni e di risorse energetiche. Nella “ Dichiarazione sul diritto dei popoli alla pace” del novembre 1984 si afferma che “ per garantire l’esercizio del diritto dei popoli alla pace,è indispensabile che la politica degli stati tenda alla eliminazione delle minacce di guerra, soprattutto quella nucleare, all’abbandono del ricorso alla forza nelle relazioni internazionali e alla composizione pacifica delle controversie internazionali sulla base dello Statuto delle Nazioni Unite.”

Esaminando le trattative avvenute tra Russia e Ucraina possiamo affermare che nonostante i numerosi incontri tra i plenipotenziari non sono mai state poste in essere le condizioni per l’effettivo raggiungimento di accordi di pace.  Non v’e ombra di dubbio che se l’occidente  non avesse inviato armi, strumenti di guerra e di morte e invece avesse mandato farmaci,generi alimentari e aiuti umanitari le cose sarebbero andate diversamente e oggi le forze in campo sarebbero ben predisposte al dialogo. 

Dagli incontri per raggiungere una soluzione diplomatica con la mediazione di Cina e Turchia  era emerso che la Russia voleva idonee garanzie che l’Ucraina restasse uno Stato neutrale e non facesse parte della Nato, voleva la smilitarizzazione del territorio e migliori condizioni di sicurezza per i cittadini nel Donebass sottoposti a comprovate persecuzioni. Zelensky con il suo costante richiedere armi all’occidente sempre più potenti a lunga gittata o con la richiesta di inasprimento delle sanzioni e del loro aumento di certo non ha posto Putin nelle condizioni ottimali per il raggiungimento di accordi di pace, anzi ha fatto si che lo stesso si irrigidisse  ancora di più. 

Questa escalation era stata prevista e anticipata ripetutamente da moltissimi studiosi-esperti. I comportamenti degli ambasciatori Ucraini presentatosi agli 88 incontri passati per i negoziati in pantaloncini e cappellino e maglietta mentre la delegazione russa era in tenuta formale era un chiaro segno di voler umiliare  con il disprezzo  il proprio interlocutore. 

Il presidente Zelensky intervenuto all’Onu ha sostenuto che per il raggiungimento della pace e la fine della guerra servono più armi e più tempo ma anche l’istituzione di un tribunale speciale per i crimini di guerra Russi (cosa non avvenuta in Iraq per gli Usa), l’eliminazione del diritto di veto della Russia al consiglio di sicurezza,la protezione della vita dei suoi cittadini e il ripristino della sicurezza e sovranità territoriale. Tali pretese non sono basi per un disponibile dialogo, alla trattativa, ma hanno solo inasprito ulteriormente i rapporti mettendo all’angolo Putin il quale ha minacciato per l’ennesima volta l’utilizzo delle armi nucleari procedendo a una sorta di mobilitazione parziale dei riservisti. Lavrov al contrario ha dimostrato consenso all’inserimento di altri Stati nell’Onu come ampliamento democratico.

I referendum indetti dalla Russia per annettere i territori a maggioranza russa sono un chiaro segno di inasprimento della situazione, in quanto nella denegata ipotesi in cui passassero consentirebbero l’utilizzo delle armi nucleari tattiche per rispondere a qualsiasi aggressione. Quand’anche fossero usate tali armi in contesti poco popolosi o  fatte detonare in aria come mera dimostrazione di forza  la ricaduta radioattiva se pur inferiore a quelle di Hiroshima e Nagasaki vi sarebbe comunque con conseguenze per la popolazione e negli Stati limitrofi. Gli Stati Occidentali ed i loro leader nel loro  schierarsi a spada tratta nella difesa dell’Ucraina e nel tentativo di far entrare la stessa in Europa accorciando e modificando le procedure apposite hanno solo buttato un accelerante sul fuoco della guerra riducendo le possibilità di dialogo e di confronto costruttivo. 

Non v’è ombra di dubbio che l’Europa nel modo di  aiutare l’Ucraina potesse scegliere strade diverse quali gli invii umanitari tramite le organizzazioni internazionali preposte stante la non chiarezza della normativa in merito a ciò che poteva essere inviato in caso di aggressione ad uno Stato Europeo. Sono stati scelti a mio avviso gli aiuti peggiori che hanno solo inasprito e aumentato il conflitto e la tensione, sono le armi Europee e Americane che stanno alimentando la guerra in un clima di isterismo impedendo il dialogo e il confronto pacifico tra le parti. Recentemente l’occidente e in modo particolare il Regno Unito in occasione dei funerali della Regina Elisabetta II ha escluso la Russia e altri Stati suoi alleati dall’omaggio al feretro inasprendo maggiormente con l’emarginazione i rapporti internazionali a livelli di ostilità superiori a quelli della Guerra Fredda, nonostante la Russia mediante telegramma aveva reso omaggio alla morte cercando di creare un clima di distensione. 

La Russia in tale grave situazione di crisi internazionale risulta essere appoggiata da: Bielorussia, Siria il cui presidente ha condannato aspramente gli USA e la politica destabilizzante della Nato in Medio Oriente, Myanmar, Venezuela, Repubblica del Nicaragua, Corea del Nord. Restano neutrali Pakistan, Cuba la quale critica fortemente gli Stati Uniti per la loro pretesa egemonica e Cina.  Da ciò emerge che lo Stato Russo non è solo  non è un paria come  l’occidente vorrebbe far credere,ma ha amici e alleati che lo sostengono economicamente, militarmente e diplomaticamente e quindi a maggior ragione la diplomazia e il dialogo per la pace mondiale sono necessari. 

Se consideriamo che una parte di tali Stati “Bielorussia,Corea del Nord, Russia,Pakistan,Cina” possiedono riserve di armi nucleari, in un ottica di inasprimento del conflitto a livello globale, gli stessi possono essere considerati temibili e imprevedibili, pertanto bisognerebbe tendere al dialogo e alla diplomazia nonché alla distensione con ogni mezzo che si renda necessario. Recentemente lo Stato Russo mediante lo scambio prigionieri (i combattenti ucraini dell’Azovstal) ha dimostrato ulteriormente una sorta di apertura al dialogo e alla risoluzione della controversia in modo pacifico. 

Ma vi è di più in campo internazionale e in modo particolare in sede Onu lo Stato del Messico e lo Stato Indiano si sono offerti quali mediatori neutrali tra Ucraina e Russia al fine di far raggiungere ad un accordo finalizzato a dirimere tale controversia.  Tale proposta era finalizzata alla realizzazione di un comitato formato da vari Capi di  Stato tra cui Papa Francesco e il premier indiano Modi, come canale  diplomatico complementare a quelli ufficiali per ridurre le tensioni e istradare correttamente le procedure di mediazione. 

Proposta presentata al Segretario generale  delle Nazioni Unite Gutierrez e ai rappresentanti di India e del Vaticano.  Il mondo intero vuole la fine di questa guerra perché sta portando sofferenza,crisi, morte e difficoltà economiche internazionali notevoli, non possiamo permetterci ulteriori giorni, mesi o anni di guerra dobbiamo spingere affinché si salvino vite umane in una lotta contro la morte di ogni uomo di qualunque nazionalità esso sia. Soltanto mediante il dialogo e l’incontro di volontà di entrambe le parti è possibile fare ciò, al tavolo delle trattative si devono sedere da una parte i rappresentanti di Ucraina,Europa, e Stati Uniti e dall’altra parte Russia  e suoi alleati affiancati da mediatori neutrali come proposto dal Messico per la stesura di accordi di pace solidi che vadano a vantaggio di entrambe le parti in causa senza fare la parte del vincitore e dello sconfitto poiché in guerra siamo tutti sconfitti in quanto è sbaragliato il senso umano,del bene e del dialogo che distingue la bestia dall’uomo. Ognuno di noi è chiamato per dovere etico con ogni mezzo a favorire la pace. Anche io stesso cerco con qualche mio scritto, piccolo intervento per  quanto approssimativo e incompleto possa essere.

Marco Rispoli da Davoli