Parola e Fede

Verso il Natale. Ascoltare, obbedire, vedere, glorificare

 23 DICEMBRE 2014 -  (Andiamo, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere)
I Pastori ascoltano l’Angelo che rivela cosa è avvenuto in Betlemme. È nato per loro un Salvatore che è Cristo Signore. “Ed ecco il segno per voi: troverete un bambino avvolto in fasce e posto in una mangiatoia” (et hoc vobis signum: invenietis infantem pannis involutum et positum in praesepio). Sempre l’annunzio ha bisogno del segno. Il Salvatore è nato. Ma dove si trova? Come lo si riconosce? Quali sono i tratti che ci permetteranno di identificarlo?[MORE]


Urge dire all’istante che oggi non vi è evangelizzazione. Non vi è più annunzio vero di Cristo Signore. Non si parla più di Lui come il solo Redentore, il Solo Salvatore, il solo Mediatore, il solo Rivelatore il Padre, la sola Vita, la sola Verità, la sola Via della nostra umanizzazione. Si parla di Lui, ma senza di Lui. Mancano i segni, cioè la visibilità della sua presenza sulla nostra terra? In quale mangiatoia è deposto? Su quale croce lo possiamo trovare? Su quale via della nostra storia lo possiamo incontrare? Papi, Cardinali, Vescovi, Presbiteri, Diaconi, Fedele Laici sono essi il presepio, la mangiatoia dove lo si può contemplare? Cristo è nel segno visibile e dove il segno visibile è assente, lì Cristo mai si potrà trovare.


I pastori ascoltano. All’evangelizzazione segue la fede. Ma cosa è la fede? Essa è obbedienza ad una parola ascoltata. Non è fede credere in un solo Dio. Non è neanche fede credere in Cristo Signore e neppure nello Spirito Santo, o nei grandi misteri della salvezza. Credere è obbedienza alla Parola che Dio ti ha dato per mezzo del suo Figlio Incarnato e che oggi ti viene offerta per mezzo dei ministri della Parola. Se il ministro sostituisce la Parola di Dio con quella degli uomini, mai vi potrà essere fede nei cuori. Ed oggi questo avviene. Non si annunzia più la Parola di Dio data per Cristo Gesù. Ognuno è profeta di se stesso. Ognuno è oracolo del suo pensiero, dei suoi desideri, delle sue angosce, dei suoi dubbi, del suo peccato.


I pastori si recano a Betlemme. Vedono il segno. Per voce angelica sanno chi è quel Bambino. È il loro Salvatore. O la Chiesa diviene voce angelica di Cristo Signore oppure il mondo mai potrà conoscere il suo Redentore. È voce angelica se annunzia il Salvatore dell’uomo e se dona anche il segno per la sua identificazione. Essa stessa è stata costituita da Dio presepio, mangiatoia nella quale Cristo sempre dovrà essere trovato. Non però il Cristo dell’Eucaristia, non quello della Liturgia, non quello della teologia e neanche quello della mistica. Questo è un Cristo invisibile. La Chiesa deve essere essa stessa il corpo visibile di Cristo. Corpo afferrabile, palpabile, udibile, toccabile, al quale si può parlare allo stesso modo che le folle della Galilea parlano con il Verbo Incarnato. È la Chiesa oggi “la carne di Gesù”, il suo “corpo reale, vivo, vero, presente nel mondo”. Se ogni cristiano non diviene “carne e corpo di Cristo nella sua quotidianità”, mai il Salvatore potrà essere incontrato e nessuna fede in Lui potrà mai nascere.
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro (Lc 2,15-20).


Ogni discepolo di Gesù deve essere insieme “mangiatoia e bambino posto in essa”. Il mondo vede il Cristiano e riconosce in lui la presenza viva del suo Salvatore. Oggi è il Cristiano il Redentore dell’uomo. È lui che deve evangelizzare, istruire, formare, educare, condurre l’uomo nella pura verità di Cristo e di se stesso. È lui che lo deve redimere in Cristo facendosi olocausto di salvezza. È lui che lo deve santificare mostrandogli tutta la bellezza della sua nuova umanità creata in lui dallo Spirito Santo, per la mediazione sacramentale, ministeriale, esemplare della Chiesa. La mediazione esemplare è la visibilità di Cristo che vive nel suo seno.
I pastori vedono. Dalla visione di fede nasce la glorificazione di Dio, del vero Dio. Cristo Gesù è il dono di Dio

. Lui va ringraziato, esaltato, benedetto nei secoli eterni. Ma come fa oggi un cristiano a glorificare il Padre celeste, se Cristo è rinnegato, negato, cancellato, distrutto, abolito, radiato dalle confessioni religiose e di fede? Come possiamo noi, Chiesa di Dio, lodare il Padre per un così eccelso dono, se ci vergogniamo di confessare dinanzi ad ogni uomo che solo Cristo è il Redentore e il Salvatore dell’uomo e della storia? Se noi stessi siamo i creatori di una cosmica confusione sulla verità di Dio? Confessare un Dio che non dona Cristo è alto tradimento. È più che il peccato di giuda e più che il peccato di tutti gli apostati. Cristo è il Dono nel quale Dio si dona. Cristo è la sola ed unica salvezza del Padre. Cristo è Dio Incarnato, nel quale il Padre viene per manifestarci tutto il suo amore. Senza Cristo mai si potrà conoscere Dio. Senza la confessione di Cristo, la nostra lode è falsa. Siamo traditori dell’uomo. Gli nascondiamo la sua vera salvezza. Lo abbandoniamo al suo peccato e alla sua miseria.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri confessori di Cristo e di Dio.

 Si ricorda che ognuno può porre i propri dubbi scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica parolaefede@infooggi.it . Si cercherà di fornire a tutti una risposta.