Verona, Pietro Maso: "Chiedo perdono a tutti quelli che ho offeso con il mio delitto"
Cronaca Veneto

Verona, Pietro Maso: "Chiedo perdono a tutti quelli che ho offeso con il mio delitto"

venerdì 17 gennaio, 2014

VERONA, 17 GENNAIO 2014- È uscito dal carcere di Opera lo scorso aprile dopo vent’anni di reclusione. Pietro Maso, il 42enne veronese che nel 1991 uccise i genitori per intascare l’eredità, ora chiede perdono.
 

La notizia della sua scarcerazione aveva lasciato molti perplessi. In particolare gli abitanti di Montecchia di Crosara erano stati molto chiari sul fatto che nessuno lo aspettasse in paese. Uscito Maso ha dovuto fare i conti con un mondo che in questi anni è cambiato e che fa fatica a dimenticare quello che ha fatto.
 

Maso ha partecipato a “Lo sportello di Forum”, programma condotto da Barbara Palombelli. “Chiedo perdono a tutti. A tutti quelli che, col mio delitto, indirettamente ho offeso. E a tutti chiedo una preghiera per me, per i miei genitori, perché io possa continuare il mio cammino di penitenza e di conversione fino alla fine dei miei giorni” ha detto Maso. “Ancora oggi” ha proseguito “mi scrivono tanti ragazzi che dicono di capire il mio disagio. Col carcere e la preghiera in questi anni ho imparato l'ascolto, il rispetto, ma soprattutto ad amare. Don Guido Todescini, la mia guida spirituale, mi ha insegnato l'amore di Dio, ad amare chi ci ama, cosa che io non ero in grado di fare. E, cosa più importante, ho imparato a perdonare e a perdonarmi”.
 

Del suo percorso di ritorno alla vita e di come abbia imparato il perdono, Maso ha scritto anche nel suo libro “Il male ero io” uscito lo sempre lo scorso aprile. Un testo nel quale ripercorre le tappe della sua vita, parlando di come il sogno di fare la “bella vita” l’abbia portato a quella notte di orrore, la notte del massacro. “Sono in piedi accanto ai loro corpi. Morti” scrive Maso ricordando quegli attimi. “Sono in piedi ma non ho percezione di me. Una linfa gelata mi è entrata dentro, nelle vene, nelle ossa, nel cervello”. Maso ha messo nero su bianco il male che l’ha condotto a quel gesto, forse punto d’arrivo di un percorso di purificazione che ha cercato di seguire negli anni in carcere. “Vado in bagno. Devo lavarmi. Apro a manetta l'acqua calda, tengo la testa bassa. Fisso le macchie sul dorso delle mani. È sangue. È il sangue di mio padre. È il sangue di mia madre. Ci è schizzato sopra, sulle dita. Ma io lo vedo allargarsi sulla pelle, dappertutto. Schiaccio sul dosatore del sapone. Schiaccio, ne voglio tanto. Devo lavarmi bene. Lavo e lavo e lavo ancora. Non so quanto dura: attimi, minuti, mesi, anni. Alzo gli occhi, punto lo specchio. Mi vedo. Mi vedo. E' la mia faccia. E non è la mia faccia. Sono io. E non sono io. Giorgio mi spunta alle spalle. A bruciapelo gli chiedo: 'Guardami, guardami bene: sono diverso?'. Giorgio non capisce: 'Che...? In che senso diverso? Sei tu. Chi cazzo vuoi essere?'. 'Mi vedo cambiato... Non so... Sembro più vecchio.' Il male aveva accelerato improvvisamente la mia vita”. Ed ora di quel male Maso chiede perdono.
 

Federica Sterza

Foto www.letteradonna.it

[MORE]
 


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
Cronaca.