Cultura e Spettacolo
"Verità ed economia" al dipartimento di filosofia del Liceo scientifico di Lamezia Terme
LAMEZIA TERME (CZ), 11 APRILE 2016 - Verità ed economia è stato il tema dell’ultimo di un ciclo di incontri organizzato dal Dipartimento di filosofia del Liceo scientifico di Lamezia Terme. Un tema di non facile discussione che ha incuriosito gli studenti delle quinte classi dell’Istituto ai quali è stato rivolto. [MORE]
Luigi Marattin, professore ordinario di Politica Economica dell’università di Bologna e Consulente economico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato l’ospite d’onore dell’evento. Dopo i saluti della dirigente, Caterina Calabrese, con un linguaggio semplice il professore Marattin è riuscito a rendere comprensibile ai più un tema di vasta portata.
L’economia è una scienza basata su teorie che necessitano di “coerenza logica e verifica empirica”, ha spiegato Marattin. Il tempo e la storia consentiranno di valutare se le cose sono andate secondo quanto pronosticato o meno. Detto ciò il docente ha incentrato il discorso sulla crisi del ’29 e sull’attuale recessione.
La crisi del ’29 è stata determinata da tre fattori: reale, globale, finanziario. In pratica, ha
spiegato Marattin, il sistema economico produceva più di quanto un sistema potesse acquistare. Ad aggravare la situazione è stata la prima ondata di globalizzazione, di fronte alla quale, il mondo non era pronto: mancavano le regole giuste, mancavano norme più efficaci che regolassero il mercato. Sul versante finanziario, terso fattore scatenante la crisi, non vi era distinzione tra banche tradizionali e banche a investimento. In pratica i depositi dei clienti venivano utilizzati per fare attività speculativa.
Delineate a chiare lettere le cause scatenanti della crisi del ’29, Marattin, ha dimostrato che nell’attuale crisi, scoppiata nel 2006, è anche viva e presente la necessità di norme più efficaci che regolino il mercato globale, la distinzione tra banche tradizionali e banche a investimento, nonché la causa reale della sovrapproduzione: il sistema economico produceva più di quanto si potesse acquistare.
Chiarito ciò ampio spazio poi è stato dato agli studenti che hanno rivolto al professore Marattin diverse domande.
Un ragazzo chiedeva cosa comporterebbe un ritorno alla vecchia moneta, la lira.
Senza mezzi termini Marattin ha considerato questo ritorno al passato “controproducente”.
La lira è una moneta debole rispetto all’euro che è invece forte, riduce il rischio di credito. Basta pensare, ha affermato Marattin, che dal 1996 al 2012 lo stato italiano ha risparmiato 700 miliardi di euro. Questo perché ha emesso debito con una moneta più forte.
Un risparmio copioso che però non è stato utilizzato dalla classe politica per appianare il debito pubblico. Un segno tangibile di una gestione disastrosa dell’economia del Paese. Secondo lo studioso questa è anche una delle principali motivazioni della crisi attuale, dalla quale ancora non si riesce a uscire.
Al termine dell’incontro non sono mancati consigli di vario genere da parte del giovane studioso, uno su tutti: “Diffidate e state attenti a chi vi parla di economia perché tutti si sentono legittimati a farlo ma pochi sono gli esperti”.