Venezia, rivolta nel centro di accoglienza di Cona dopo morte donna ivoriana. Lega all'attacco
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CONA, 03 GENNAIO - E' rientrata l’allerta nel centro di accoglienza per migranti a Cona, in provincia di Venezia, dove ieri sera, a seguito della morte di una giovane ivoriana ospite della struttura, è scoppiata una protesta da parte prima di una quarantina di migranti, diventati poi un centinaio. La donna, 25 anni, sarebbe deceduta a causa di una trombosi, sembra accidentale. I migranti sostengono che la giovane sia stata soccorsa con molto ritardo. [MORE]
I medici del Suem sono intervenuti dopo una telefonata arrivata al 118. All'arrivo hanno trovato la giovane donna riversa in bagno priva di conoscenza e hanno subito effettuato le manovre rianimatorie. L’ivoriana è stata poi trasportata all'ospedale di Piove di Sacco (Padova), dove però è arrivata priva di vita.
L’autopsia ha stabilito che la donna è morta per trombosi. Il sostituto procuratore della Repubblica di Venezia, Lucia D'Alessandro, a cui è stato affidato il caso, ha spiegato: «La causa della morte della giovane è stata accertata. Si tratta di una trombo-embolia polmonare bilaterale».
Secondo il racconto dei compagni, la 25enne si sarebbe sentita male verso le 8 di mattina, mentre stava facendo la doccia, e i soccorsi sarebbero arrivati alle 14. Tuttavia, dall'ospedale di Piove di Sacco riferiscono che l'automedica è partita non appena è giunta la richiesta d’intervento. A dare l'allarme sarebbe stato il marito.
In pochi minuti all'interno del Centro di accoglienza è scoppiata la rivolta. 25 operatori - tra i quali due medici e un'infermiera - sono stati costretti a barricarsi dentro gli uffici amministrativi della struttura, mentre i migranti bloccavano le uscite con falò e muri umani.
Solo grazie all'intervento delle forze dell'ordine che hanno aperto una trattativa con l'aiuto di un mediatore culturale, intorno alle due i volontari - rimasti chiusi per ore, senza luce e al freddo, in uno dei container all’interno della struttura - sono stati liberati.
La situazione è tornata alla normalità solo in tarda mattinata, dopo che nelle prime ore di stamani un gruppo di manifestanti aveva dato vita a un presidio esterno poi rientrato senza alcun problema di ordine pubblico. Sul posto è intervenuto anche il questore di Venezia Angelo Sanna.
Intanto un gruppo di manifestanti ha chiesto un incontro con il prefetto Carlo Boffi. I funzionari della Questura lagunare stanno verificando la possibile realizzazione dell'incontro.
La vicenda ha scatenato una bufera politica. La Lega ha attaccato: «Con noi al governo espulsioni di massa». Attraverso Facebook, Matteo Salvini ha così commentato l’accaduto: «In Bulgaria, a novembre, dopo un episodio simile, centinaia di "richiedenti asilo" violenti sono stati espulsi. In Italia invece a questa gentaglia non succederà nulla».«Quando sarò al governo – ha concluso - espulsioni di massa, chiusura dei centri e navi della Marina Militare che, dopo aver soccorso tutti, li riportano indietro. Basta il 2017 sarà l'anno della riscossa!!!».
«La rivolta scoppiata nella notte al centro di prima accoglienza di Cona, in provincia di Venezia, dimostra come le realtà che accolgono grandi numeri di migranti rischiano di diventare luoghi ingestibili e quindi esplosivi e sono pertanto un campanello di allarme per un cambiamento di rotta verso una accoglienza diffusa su tutto il territorio, con numeri ridotti, accompagnata e affidata a realtà qualificate e con il controllo delle comunità locali, cioè i comuni», ha invece detto Sir monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei.
[foto: ilmessaggero.it]
Antonella Sica