Politica
Venezia, è scontro tra Zaia e Orsoni sulla città metropolitana
VENEZIA, 3 GIUGNO 2014 – La riunione è stata convocata per ieri, nonostante fosse il 2 giugno. La partita sulla città metropolitana si fa accesa: la Giunta regionale del Veneto ha dato mandato all'Avvocatura regionale, supportata dal professore Luca Antonini, ordinario di diritto costituzionale presso l'Università di Padova, perché proponga alla Corte Costituzionale l'impugnativa della legge che detta le «Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni». [MORE]
Lo scontro vede contrapposti in particolare il governatore del Veneto Luca Zaia e il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. «Abbiamo voluto con forza questo ricorso perché la città metropolitana si delinea come l'ennesimo, inutile e incostituzionale carrozzone» ha dichiarato Zaia. «Gli effetti della legge Delrio saranno paradossali: il primo e più evidente sarà che l'intera popolazione della provincia di Venezia si troverà ad avere come proprio sindaco metropolitano quello della città capoluogo, senza averlo nè scelto nè democraticamente eletto. Una sorta di supercommissario che lavorerà, è evidente, nell'interesse prevalente di chi lo ha eletto e non degli abitanti di tutto il territorio metropolitano. Siamo di fronte a una violazione evidente dei diritti di rappresentanza dei cittadini della provincia di Venezia. Una riforma allucinante e aberrante» ha sentenziato il governatore.
A stretto giro arriva la replica del primo cittadino veneziano, per il quale i tempi dell’impugnatura sono alquanto sospetti. «Prendo atto che la giunta Zaia ha voluto fare uno spot elettorale in vista del secondo turno delle amministrative». Secondo Orsoni «l'impostazione che viene data al preannunciato ricorso dimostra come non si sia voluto capire quale è il senso della riforma Delrio. La giunta veneta si pone in una posizione di arretratezza culturale che il recente risultato elettorale ha voluto superare nell'interesse dello sviluppo del Paese». Orsoni aggiunge: «Confido nel fatto che gli italiani sappiano distinguere chi vuole modernizzare il Paese e chi invece mira a conservare istituzioni superare».
Federica Sterza