Cultura e Spettacolo
Venere in pelliccia di Valter Malosti, un dono d'amore al Politeama di Catanzaro
E' un forte, caloroso e lunghissimo applauso, che ha richiamato più volte i protagonisti sul palcoscenico, il responso del numeroso pubblico accorso al Teatro Politeama di Catanzaro per assistere alla "Venere in pelliccia" di Valter Malosti. Dopo aver riso, riflettuto, essersi, a tratti, anche angosciato, ha apprezzato molto la profondità del testo straordinario di David Ives del 1950 che il regista e interprete Malosti ha saputo rendere di grande attualità, e ha apprezzato tantissimo, anche, la performance dei due protagonisti, Malosti, appunto, e l'istrionica Sabrina Impacciatore.
Nel testo di Ives il regista Thomas Novachek è alle prese con la messinscena della "Venere in pelliccia" di Leopold Von Sacher Masoch del 1870. Non riesce a trovare l'attrice giusta che possa interpretare il ruolo della protagonista Wanda. Una notte, in una sala prove di un teatro, mentre sta per andare via, appare con grande ritardo Vanda Jordan, un'attrice che, con grande insistenza, chiede e ottiene di poter fare il provino. Tra i due inizia un sottile e perverso gioco in cui i ruoli si ribaltano spesso, con Vanda che riuscirà a mano a mano a mettere il regista davanti alle sue colpe, in particolare davanti a quella di sentirsi superiore alle donne, come appare chiaramente dall'adattamento che vuole mettere in scena.
Per rendere più credibile e attuale il suo adattamento, Malosti ambienta la sua piece a Roma, il regista-adattatore è un italiano suo omonimo e la protagonista è Vanda Giordano, in arte Jordan, un attricetta della periferia romana, goffa e volgare in condizione di subordinazione psicologica rispetto al regista. I dialoghi tra i due sono comici, ma appena iniziano a provare, ad interpretare Wanda lei e Severin lui, tutto cambia. Vanda si dimostra un'attrice molto brava, capace di interpretare la protagonista del romanzo di Von Sacher Masoch con eleganza e grande fascino, riuscendo ad affermare la figura femminile tessendo con pazienza una lunga tela di ragno. Inizia una sfida continua sul piano regista-attrice, uomo-donna, in cui il ruolo di carnefice o vittima si scambia continuamente, uno scontro che porterà ad un finale sorprendente. Vanda, convinta della misoginia culturale del regista, cercherà di creare in lui un senso di consapevolezza con le buone, non riuscendoci metterà in atto la sua vendetta trasformandosi in una donna crudele. [MORE]
In questo adattamento capace di tenere insieme numerosi spunti di riflessione e tanta ironia, l'interpretazione dei due protagonisti è stata di grande valore, in particolare quella della superba Sabrina Impacciatore, letteralmente posseduta dal ruolo di Vanda, con anima e corpo è riuscita a far arrivare al pubblico un messaggio forte e chiaro: ancora oggi viviamo in una condizione di cultura sessista. La sua interpretazione è stata un invito alle donne a proteggersi prendendo consapevolezza di ciò e a tutta la società civile a combattere questo disprezzo culturale.
L'alta qualità dell'opera è stata garantita anche dalla collaborazione degli artisti Nicolas Bovey per le scene e il disegno luci, G.U.P. Alcaro per il suono e Massimo Cantini Parrini per i costumi.
"Il teatro è un dono d'amore" sostiene Sabrina Impacciatore, allora grazie a lei e a Valter Malosti per questo dono e grazie alla Fondazione Politeama Città di Catanzaro per aver reso possibile che questo dono potesse giungere al pubblico di questa città.
Saverio Fontana