Parola e Fede

Venerdi della prima settimana di Quaresima: Come si ama veramente il Signore.

Il Vangelo di oggi ci interpella sul nostro modo di amare il Signore. Noi pensiamo di amare Gesù per la preghierina fatta al mattino e alla sera o per la piccola o grande opera di carità che abbiamo fatto o per il digiuno dalla carne o per quel piccolo fioretto che ci siamo prefissati di fare. Tutte queste possono essere anche forme di amore, esteriori a noi. Quest’oggi, però il vangelo ci dice quale è l’amore gradito dal Signore. [MORE]

Vediamo cosa ci chiede il Signore:


se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

La giustizia degli scribi e dei farisei non è semplicemente quella che loro insegnavano e che spesso si rivelava una palese ingiustizia nei confronti della Legge del Signore e degli stessi profeti; è anche e soprattutto la giustizia che essi attingevano dall’Antico Testamento. Dall’Antico Testamento bisogna entrare nel Nuovo. Le parole di Gesù sono chiare. È il nostro cuore che è confuso. Le parole di Gesù sono luce splendente. È la nostra mente che spesso è tenebra e oscurità pesante.


Ora scendiamo nel concreto: Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.


Chi fa queste cose, di certo non è uno che ha donato la vita per la salvezza dei suoi fratelli così come ha fatto Gesù in croce. È uno che è attaccato alla sua vita. Ma se è attaccato alla sua vita, di certo non è vero discepolo di Gesù. Se dice di esserlo, attesta il falso. È un mentitore e un bugiardo e per questo sarà sottoposto a giudizio, al sinedrio, al fuoco della Geenna.
La verità di Cristo Gesù, il Crocifisso per amore dell'uomo crocifissore, deve essere forma, essenza, stile e comportamento perenne di ogni suo discepolo. Nessuna differenza dovrà esservi tra Cristo Gesù e quanti sono divenuti con Lui una sola vita. L'unica verità del cristiano è Cristo Crocifisso. Il cristiano è vero se rimane sempre crocifisso in Cristo il Crocifisso. Chi si adira, chi dice al fratello: pazzo, o stupido, o altre cose del genere, attesta che è ancora lontano dall'essere crocifisso in Gesù il Crocifisso.


Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.


Se il discepolo di Gesù è uno che deve morire per la salvezza dei suoi fratelli, deve morire prima di tutto nella sua superbia. Muore compiendo un vero gesto di umiltà: abbassandosi dinanzi al suo fratello e chiedendo a lui la riconciliazione. Ogni offerta presentata a Dio è segno della presentazione del nostro cuore. Perché possiamo presentare a Dio il nostro cuore, esso deve essere puro, mondo, riconciliato, in pace, pieno di volontà di bene, ricco di misericordia e di amore.
Un cuore pieno di risentimento, astio, rancore, odio, desiderio di vendetta, richiesta a Dio di pronta giustizia, di certo non è un cuore che si può offrire al Signore. Di questo cuore il Signore non si compiace. Questo cuore Lui non gradisce.
Nella riconciliazione, il cuore si ricolma di pace e di carità, diviene puro e santo, libero e alieno da ogni male e può essere presentato al Signore.


Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!


In questi versetti Gesù indica ai suoi discepoli la via della pace da ricercare sempre, a qualsiasi costo, anche al costo di perdere tutto e la stessa vita. La rinuncia di tutto, ma veramente di tutto, per conservare la pace con i fratelli è la verità che Cristo Gesù ha vissuto interamente sulla croce. A che punto siamo nel nostro cammino? A questa domanda solo noi possiamo rispondere.

Don Francesco Cristofaro