Politica
Vendola chiude gli Stati generali delle fabbriche di nichi
“Noi diciamo no ai governi tecnici e a quelli delle larghe intese: le primarie non sono una minaccia per il Pd o per il centrosinistra, e io mi candido per sparigliare questi giochi”.
Nichi Vendola ha così concluso ieri, a Bari, gli Stati generali delle fabbriche di nichi davanti a una platea di circa duemila persone provenienti per il 40% dal resto d’Italia, in molti dal Settentrione. [MORE]La manifestazione è stata seguita anche attraverso il web e i social network: la fan page di facebook di Nichi Vendola ha raggiunto quota 167.000, con 4.800 nuovi fan negli ultimi tre giorni.
“Dobbiamo vincere”, ha sottolineato Vendola, “ma questo verbo deve essere coniugato fuori dal palazzo, lungo le traiettorie delle vie popolari. Vincere ha un significato se si vince a Pomigliano, a Melfi, se la vittoria ha significato per gli studenti precari, per i ricercatori che sono costretti ad emigrare, per le donne e gli eroi dei nostri giorni, come Falcone, Borsellino e Carlo Giuliani. Bisogna vincere per ricostruire i codici dei diritti: allora la vittoria è un discorso sulla salvezza del Paese, che guarda all’Europa. È la vittoria di tanti, è la vittoria del popolo che si alza in piedi, non è una vittoria di parte o di partito”.
Vendola ha poi precisato il senso della sua disponibilità alla candidatura. “Perché io?”, ha detto, “perché sono voi quando non sopportate il centrosinistra avendo in mente un mondo diverso da questo. Noi abbiamo due obiettivi da raggiungere: il primo è l’indispensabilità di un metodo democratico che si sottrae alle nomenclature di partito; il secondo è portare nell’arena la domanda di una buona politica. Non c’è buona politica che possa prescindere da un discorso sul buio e sulla luce”. Vendola, infatti, ha titolato così il discorso conclusivo degli Stati generali delle fabbriche di nichi, “lanterne che illuminano gli angoli bui dell’esistente”.
Le fabbriche, come specificato da Vendola, sono un’esperienza autonoma da tutti i partiti, portano in dote il principio di cooperazione e “vogliono accarezzare il centrosinistra, insufflare l’anima della questione della modernità nel momento in cui la destra si presenta come antimoderna”.Questa nuova realtà vuole scuotere “l’albero del centrosinistra per costruire la narrazione di un’Italia migliore”.
Ha poi annunciato i temi chiave di una nuova piattaforma programmatica del centrosinistra: investire nella Bellezza dell’ambiente, dei talenti e dei territori; rilanciare l’Economia attraverso una pressione fiscale più equa, la redistribuzione delle risorse e puntando su qualità e innovazione; sottrarre la Conoscenza alla privatizzazione e alla parcellizzazione dei saperi attraverso il rilancio della scuola e dell’università come elementi fondanti di una cultura diffusa; ristabilire la connessione tra i Diritti e le persone; custodire il patrimonio dei Beni Comuni.