Parola e Fede
Vangelo del giorno: L’uomo nuovo in Cristo. Una cosa ancora ti manca
Dio è perfezione eterna. Eppure per la redenzione dell’uomo e la sua salvezza una cosa gli mancava: l’Incarnazione del suo Figlio Unigenito. Ma anche Dio è perfezione eterna nella comunione delle tre Persone divine. Al Padre manca il Figlio e lo Spirito Santo. Allo Spirito Santo manca il Padre e il Figlio. Al Figlio manca il Padre e lo Spirito Santo. La perfezione divina è nella comunione delle tre divine Persone e nell’incarnazione, passione, morte, risurrezione gloriosa ascensione al cielo. Questo è il mistero della Beata Trinità. Volendo crea l’uomo, Dio ha visto ciò che gli mancava. Gli mancava il cielo, la terra, la luce, il sole, la luna, il mare, la pioggia, le piante, gli animali. Per questa mancanza ha provveduto il Signore. C’è però un’altra mancanza alla quale Dio non può provvedere. Questa mancanza si chiama: Dio nel suo mistero di unità e trinità. All’uomo sempre mancherà il Dio vivo e vero e per questo dovrà sempre stare in obbedienza alla sua Parola, se vuole vivere la sua vita nella perfezione del suo essere. Dio è essenza della vita dell’uomo. Se l’uomo si priva di Dio, con la disobbedienza, lui entra nella morte. Senza Dio mai l’uomo potrà essere se stesso. Dio è necessario all’uomo più che la sua anima, il suo spirito, il suo cuore, il suo corpo. Senza Dio l’uomo è nella morte. Ma il Dio di cui l’uomo ha bisogno, perché di Lui manca, è il Dio Creatore e Signore, il Dio nel suo mistero trinitario. Questo Dio è il solo Dio vivo e vero. Gli altri sono pensiero e creazione dell’uomo.
L’uomo per sua decisione, per non ascolto, si trova nella morte. Dio inizia a condurlo nuovamente nella vita. Cosa manca ad un uomo perché ritorni nella pienezza della sua vita e si liberi dalla morte? All’uomo gli manca Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Giosuè, i Giudici, Samuele, Davide, Osea, Amos, Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele e tutti gli altri profeti. Gli manca Cristo Gesù nella pienezza del suo mistero. Lo Spirito Santo perché lo conduca a tutta la verità. Il Padre dei cieli che lo faccia suo vero figlio di adozione. La Vergine Maria che dovrà accoglierlo con suo vero figlio. Gli mancano i quattro Vangeli e tutti gli scritti del Nuovo Testamento. Ancora gli manca la Tradizione e il Magistero, la teologia e l’agiografia. Gli manca la Chiesa, i suoi pastori, i sacramenti, i maestri, i dottori e tutti coloro che spiegano e insegnano la sana dottrina. Gli mancano le virtù della fede, speranza carità, giustizia, fortezza, prudenza, temperanza. Gli manca ogni dono dello Spirito Santo, il cui esercizio nella pienezza e nella verità si compie nel corpo di Cristo, che è la Chiesa. Ad ogni uomo manca ancora ogni uomo. Ogni uomo è dato ad ogni altro uomo come purissima grazia del Dio vivo e vero, del Signore e del Creatore nostro. Ogni uomo sarà vero uomo quando prenderà coscienza di tutte queste cose di cui ha bisogno e chiederà a Cristo che completi nella sua vita tutto ciò che manca. Ogni più piccola separazione o assenza anche di uno solo questi doni, rende l’uomo non completo.
Un notabile lo interrogò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli rispose: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre». Costui disse: «Tutte queste cose le ho osservate fin dalla giovinezza». Udito ciò, Gesù gli disse: «Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; e vieni! Seguimi!». Ma quello, udite queste parole, divenne assai triste perché era molto ricco. Quando Gesù lo vide così triste, disse: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio. È più facile infatti per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio!». Quelli che ascoltavano dissero: «E chi può essere salvato?». Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio» (Lc 18,18-27).
Un notabile si presenta a Gesù. Vuole sapere cosa deve fare per ereditare la vita eterna. Gesù gli risponde che la via della vita è l’osservanza di Comandamenti. Avendo appurato che quest’uomo i comandamenti li ha tutti osservati fin dalla giovinezza, gli rivela che a lui manca ancora una cosa: seguire Gesù. Ma prima dovrà liberarsi dai suoi beni, facendo di essi una grande opera di elemosina. Il notabile se ne va triste, perché aveva molti beni. Quanta differenza con il nostro quotidiano agire! Gesù sempre aggiungeva ciò che all’uomo mancava. Noi ogni giorno togliamo sempre qualcosa di ciò che Dio ha dato all’uomo. Gli abbiamo tolto il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, la Vergine Maria, il Vangelo, la grazia, la verità. Lo abbiamo depredato della Chiesa, dei Ministri del Vangelo, dei sacramenti, della vera catechesi, della vera profezia. Al posto di questi beni divini ed eterni, gli stiamo donando falsità, menzogna, inganni. Gli abbiamo promesso il Paradiso senza meriti, senza conversione, senza alcuna fede. Gli abbiamo tolto la verità dell’inferno per non terrorizzarlo. Mi chiedo se è più terrore parlare di esso al fine di evitare che vi finisca dentro oppure domani trovarsi dentro, avvolto dalle fiamme eterne. Saremo maledetti per l’eternità. Saremo responsabili della loro morte eterna. Così, togliendo oggi e togliendo domani, ci stiamo trovando ad impagliare il vuoto. Stiamo facendo non solo un lavoro inutile, ma molto di più, dannoso. Priviamo l’uomo della vita eterna, in nome dei nostri stolti pensieri. Stiamo lavorando al contrario del nostro Dio. Lui lavora per aggiungere. Noi laviamo per togliere. Lui dona per la vita. Noi priviamo per la morte. È grande la stoltezza.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che sempre aggiungiamo e mai togliamo neanche uno iota.
Notizia segnalata da (Homilyvoice)