Parola e Fede

Vangelo del Giorno con commento: Ora dunque, perché tentate Dio?

Come e quando si tenta il Signore? Lo si tenta molte volte, in tanti modi. Il modo più universale di tentarlo è quando lo si mette alla prova, perché lui manifesti la sua verità, la sua onnipotenza o anche la sua signoria sulla nostra storia così che noi crediamo in Lui. Lo si tenta quando gli si pongono delle condizioni, quando gli si mettono limiti di tempo, quando coscientemente si agisce contro la sua onniscienza con la convinzione di ingannarlo. Si tenta Dio quando si impongono nel suo nome dei pesi ai fratelli che essi non possono portare perché non sono volontà di Dio. Leggiamo alcuni riferimenti biblici e comprenderemo: Non tenterete il Signore vostro Dio come lo tentaste a Massa (Dt 6, 16). Chi siete voi dunque che avete tentato Dio in questo giorno e vi siete posti al di sopra di lui, mentre non siete che uomini? (Gdt 8, 12). Nel loro cuore tentarono Dio, chiedendo cibo per le loro brame (Sal 77, 18). Sempre di nuovo tentavano Dio, esasperavano il Santo di Israele (Sal 77, 41). Ma ancora lo tentarono, si ribellarono a Dio, l'Altissimo, non obbedirono ai suoi comandi (Sal 77, 56). Dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Sal 94, 9).

Arsero di brame nel deserto, e tentarono Dio nella steppa (Sal 105, 14). Egli infatti si lascia trovare da quanti non lo tentano, si mostra a coloro che non ricusano di credere in lui (Sap 1, 2). Prima di fare un voto prepara te stesso, non fare come un uomo che tenta il Signore (Sir 18, 23). Ma Acaz rispose: "Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore" (Is 7, 12). Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: "Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda" (Mc 12, 15). Allora Pietro le disse: "Perché vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta i passi di coloro che hanno seppellito tuo marito e porteranno via anche te" (At 5, 9). Il nostro Dio va trattato con sommo rispetto, somma fedeltà alla sua Parola, somma obbedienza, somma riverenza, sommo onore. Lui è libertà, carità, luce, sapienza, intelligenza, misericordia divina ed eterna. Mai potrà essere assoggettato al pensiero e alla volontà dell’uomo, mai schiavizzato ai suoi sentimenti mutevoli e mai alla sua incredulità, non fede, istinto e cose del genere.

Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati». Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Essi dunque, provveduti del necessario dalla Chiesa, attraversarono la Fenicia e la Samaria, raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli. Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani, e riferirono quali grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro. Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: «È necessario circonciderli e ordinare loro di osservare la legge di Mosè». Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema. Sorta una grande discussione, Pietro si alzò e disse loro: «Fratelli, voi sapete che, già da molto tempo, Dio in mezzo a voi ha scelto che per bocca mia le nazioni ascoltino la parola del Vangelo e vengano alla fede. E Dio, che conosce i cuori, ha dato testimonianza in loro favore, concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; e non ha fatto alcuna discriminazione tra noi e loro, purificando i loro cuori con la fede. Ora dunque, perché tentate Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri né noi siamo stati in grado di portare? Noi invece crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati, così come loro». Tutta l’assemblea tacque e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quali grandi segni e prodigi Dio aveva compiuto tra le nazioni per mezzo loro (At 15,1-12).

Oggi come stiamo tentando il Signore? Come al tempo degli Atti degli Apostoli: sostituendo la divina ed eterna volontà, i divini e soprannaturali Comandamenti e Precetti del Signore, il Vangelo della vita e della vera salvezza, con i pensieri del nostro cuore e imponendoli agli altri come purissima volontà di Dio, castissimo desiderio di Cristo Gesù, elevatissima ispirazione e mozione dello Spirito Santo. In nome di Dio tutto oggi si impone. In nome di Dio si esclude Cristo dalla fede cattolica, secondo la purissima verità della fede cattolica, e si impone agli altri questa nostra volontà di scardinamento di Gesù dagli eterni decreti e ordinamenti del nostro Dio e Signore.

In nome della carità, si danno principi di ordine puramente terreno, ignorando che la carità di Dio è il dono di Cristo Gesù per la salvezza di chiunque crede. In nome di Dio – peccato dei peccati – si sta proponendo e insegnando l’assenza di moralità degli atti dell’uomo. In nome di Dio anche quelli che un tempo Dio nella sua Parola ha dichiarato per lui abomini e nefandezze, oggi sono dichiarati sua volontà e si vogliono imporre al mondo intero. In nome di Dio si sta annullando tutto il suo Vangelo. Stiamo bruciando tutta la sua eterna e divina verità. Stiamo cancellando anche le sue tracce nella natura dell’uomo. In nome di Dio stiamo adorando Satana. In nome di Dio si travisano le Parole dei profeti e in nome di Dio si dichiarano parole profetiche le nostre notturne immaginazioni. Tutto in nome di Dio. Tutto è proclamato sua volontà. Tutto suo desiderio. Così si tenta il Signore. Così lo si mette alla prova. Perché l’uomo possa agire secondo la sua volontà, si fa lui Dio e dichiara la morte di Dio e di Cristo Gesù.
Madre di Dio, Angeli, Santi, liberateci da questo orrendo e tristissimo peccato di idolatria.
Notizia segnalata da (Homilyvoice)