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Usura, Mattarella: "Non basta la repressione, serve cultura della legalità"

 ROMA, 28 GIUGNO – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel messaggio inoltrato all’assemblea annuale della Consulta Nazionale Antiusura, ha commentato gli sforzi ed i risultati conseguiti nel campo della lotta all’usura.[MORE]

“I progressivi successi nel contrasto all’usura, raggiunti grazie alla mobilitazione della magistratura e delle forze dell’ordine, non sono sufficienti per sconfiggere lo strozzinaggio. Per raggiungere tale obiettivo è determinante la promozione di una nuova cultura della legalità, nell’agire quotidiano e nell’etica pubblica”.

Polso fermo, dunque, ma anche rivoluzione culturale: è questa la ricetta di Mattarella per sconfiggere quella che è stata definita “una piaga dolorosa per la società”, un “canale privilegiato di speculazione per i gruppi criminali”.
Il Capo dello Stato ha poi elogiato l’operato della Consulta Nazionale Antiusura, “la cui attività silenziosa ma efficace è la dimostrazione che lo Stato funziona laddove i suoi cittadini si impegnano concretamente e con professionalità per il bene della comunità”.

In Italia, il volume d’affari legato all’usura ammonta a circa 82 miliardi di euro, secondo quando riportato nel rapporto annuale Eurispes del 2016 (che prende in esame i dati dell’anno precedente). Nella somma è ricompreso tanto il denaro preso in prestito da famiglie ed imprese (oltre 37 miliardi), che quello restituito (oltre 44 miliardi e mezzo di euro).

Cifre da capogiro, soprattutto in considerazione del fatto che il tasso di interesse medio si assesta intorno al 120 percento annuo, nonostante non siano rare testimonianze di numeri ben più elevati. E non è tutto. Il fenomeno dell’usura è infatti connotato dalla presenza di una grande fetta di “sommerso”: le forze dell’ordine non sono infatti a conoscenza di molti dei prestiti illegali.

Il codice penale prevede la reclusione fino a dieci anni per il reato di usura. La pena è poi aumentata se il fatto è commesso in danno di chi si trova in stato di bisogno, di chi svolge attività imprenditoriale, professionale o artigianale ed anche se chi ha agito lo ha fatto nell’ambito di una attività professionale.

Paolo Fernandes

Foto: lastampa.it