Estero

USA, Trump prepara nuovo bando legale anti-musulmani

WASHINGTON DC, 11 FEBBRAIO- "Un nuovo ordine esecutivo sul divieto di ingresso negli Stati Uniti è possibile: vinceremo questa battaglia”, sono queste le parole del presidente americano Donald Trump, che annunciano in nottata il nuovo Muslim Ban ai giornalisti sull’Air Force One diretto in Florida.                                 Difatti, i legali del Presidente Trump sono a lavoro per formulare un nuovo bando, stavolta senza gli errori che l’hanno fatto sospendere dalla nona corte di San Francisco.[MORE]


A questo proposito, la strada intrapresa da Trump di far redigere il Muslim Ban non lascia molti dubbi sulla sua rinuncia a un nuovo intervento giuridico o il ricorso alla Corte Suprema, molto rischioso per il neoeletto presidente: se dovesse presentare l’attuale decreto legislativo alla Corte Suprema e questo venisse nuovamente bloccato, sarebbe una sconfitta dura e senza appello. Inoltre, in mancanza del nono giudice (il neo nominato Neil Gorsuch è in fase di approvazione fino alla prossima primavera) c’è il rischio di un voto quattro contro quattro, e quindi le volontà del Presidente rimarrebbero comunque in sospeso.


La strada più logica, quella che sembra aver intrapreso il Tycoon, è di ristrutturare l’attuale bando per presentare un decreto che sia giudicato legalmente valido, attraverso delle rinucie dello stesso presidente, come per esempio cancellare il divieto di ingresso a chi è già munito di Carta Verde o dei documenti di residenza permanenti.                                                                                                                                                            Si pensa che manterrebbe ostico il processo per entrare nel Paese per chi ha fatto la richiesta di Visto, mettendo in difficoltà i giudici che vorrebbero tutelare i diritti di persone che non hanno mai varcato il suolo americano.


Tuttavia, nonostante gli opinionisti e le indiscrezioni, nel tardo pomeriggio di venerdì il Capo dello Staff presidenziale Reince Pirebus ha affermato:” Ogni opzione di ricorso legale è ancora sul tavolo: compresa quella di rivolgerci alla Corte Suprema".


Il presidente Trump, comunque, non rinuncia alla dura politica anti musulmana, mettendo in guardia il presidente iraniano Hassan Rouhani, che a sua volta aveva messo in guardia il Tycoon riguarda le minacce americane di punire il nuovo test missilistico iraniano, avvertendo il presidente americano che: “si pentirà di aver utilizzato un linguaggio minaccioso contro questa nazione” e che “Chiunque minacci l’Iran e le sue forze armate sappia che la nostra nazione vigila”.
La risposta di Trump è stato un netto avvertimento:” È meglio che il presidente iraniano stia attento”.


E mentre il presidente americano non indietreggia in politica anti-musulmana, pare aver fatto un’inversione di marcia sulla politica con Cina e Giappone.
Trump, infatti, ha ricevuto una chiamata intercontinentale giovedì sera, con all’altro capo del telefono il presidente cinese Xi Jinping, che ha voluto una risposta precisa sulla questione di Taiwan.
Tradizionalmente, gli Stati Uniti hanno sempre mantenuto, o almeno da quarant’anni a questa parte, la politica dell’ “Unica Cina”, mantenendo rapporti formali con Pechino e rapporti informali con l’isola di Taiwan.
Tuttavia, sembrava che il Presidente avesse assunto dei toni molto amichevoli con la presidente taiwanese Tsai Ing-wen, almeno in campagna elettorale, ma, parlando al telefono con Jinping, Trump ha dichiarato di voler seguire la tradizione, scelta molto saggia, per alcuni esperti.


Sul fronte giapponese, invece, Trump ha invitato a giocare a golf nella sua tenuta in Florida, a Mar-o-Lago, il premier giapponese Shinzo Abe, e a cui Trump pare abbia assicurato la volontà di proteggere il Giappone e le isole Senkaku, su cui la Cina vuole mettere la propria bandiera.
Tuttavia, con entrambi i fronti Trump non ha avanzato le richieste che aveva preteso durante la campagna elettorale.

(foto da Tiscali Notizie)

Eleonora Ranelli