Estero
Usa, Trump firma la legge per i dazi su acciaio e alluminio
WASHINGTON, 9 MARZO - L'ondata protezionista che ha investito l'economia statunitense dall'insediamento della presidenza Trump non accenna a placarsi. Il presidente ha firmato, poche ore fa, un decreto che infligge un dazio doganale del 25% sulle importazioni dell'acciaio e uno del 10% sulle importazioni di alluminio. Il perché lo spiega lo stesso Trump in conferenza stampa: si tratta di due metalli usati in diverse produzioni di armamenti, che rischiano (qualora importati in modo eccessivo) di far perdere agli Usa l'autosufficienza. [MORE]
"Proteggo i lavoratori americani, proteggo la sicurezza nazionale", ha detto Donald Trump. Ma non tutti la pensano come The Donald. Tra gli oppositori c'è Paul Ryan, membro della Camera, che ha dichiarato di "temere le non volute conseguenze di questa scelta" e che "continueremo a sollecitare l'amministrazione affinché questa politica si concentri su quei Paesi e quelle pratiche che violano le leggi commerciali".
A proposito dei Paesi colpiti dalla stretta sui dazi, va detto che fanno eccezione - almeno per il momento - Canada e Messico. A spiegare le ragioni di questa esenzione ci pensa Peter Navarro, consigliere di Trump per il commercio estero: "Sono Paesi amici e alleati", ha detto Navarro. Da non sottovalutare poi che tra Usa, Canada e Messico è in corso il negoziato per la revisione del trattato Nafta, che regola il mercato nordamericano.
Ai Paesi diversi da Canada e Messico, invece, Trump concede quindici giorni di tempo per trovare soluzioni alternative, ribadendo che l'obiettivo rimane la "reciprocità di tassazione". Quanto ai Paesi europei, non è ancora chiaro se gli Usa abbiano intenzione di invitare i singoli governi europei ad un tavolo di negoziazione bilaterale. In ogni caso, non va dimenticato che la competenza sui negoziati commerciali appartiene, nell'ambito degli Stati membri UE, a Bruxelles.
Dure le reazioni da Pechino, che ha definito la mossa di Trump "un serio attacco al commercio mondiale", e da parte di Londra, da dove fanno sapere che si tratta del "modo sbagliato di affrontare il problema". Il Giappone ha intanto chiesto l'esenzione, così da allinearsi alla posizione privilegiata di Canada e Messico. La Corea del Sud, invece, ha minacciato il ricorso al Wto nel caso non ottenga la stessa esenzione.
Claudio Canzone
Fonte foto: cnn.com