Cultura e Spettacolo

Usa-Russia, il progresso sbagliato

Era il 20 luglio del 1969 quando il mondo sospese il fiato per assistere al primo piede umano che solcava un terreno non terrestre. Era Neil Armostrong, diventato famoso come l’omonimo musicista, il primo uomo a calpestare la luna. In piena guerra fredda gli USA e l’URSS gareggiavano sulla supremazia tecnologica. L’Unione Sovietica nel 1961 aveva avuto il primato di aver fatto “volare” il primo uomo nello spazio, il cosmonauta e aviatore Yury Gagarin. Gli Usa accelerarono i tempi quindi per l’allunaggio, per ricoprirsi di un altro primato. [MORE]
Sono passati più di 40 anni da allora, la tecnologia già tanto avanzata, anche se secondo alcune teorie le immagini di Armostrong erano dei “falsi storici”, ha fatto i cosiddetti passi da gigante.
Oggi si parla da un capo all’altro del globo con internet, si vola low cost, si ricava energia dal sole, si fa tutto con un computerino piccolo piccolo che è telefono,navigatore satellitare, pc.
Esistono aerei che riescono a scomparire dai radar e pillole che ingerite si ricompongono in un piccolo robot all’interno del corpo umano per monitorarne lo stato di salute.
Eppure Usa e Russia sono stati protagonisti in questi giorni del fallimento della tecnologia e della scienza.
L’America di Obama ha visto il più grande disastro ambientale della sua storia per un buco in un pozzo di petrolio che proprio non si voleva tappare. Mesi e mesi ad osservare la marea nera fuoriuscire. Tappi di cemento che non reggevano, tappi di sughero, di plastica, ma nulla.
La compagnia petrolifera autrice del disastro che si preoccupava di modificare le foto della gestione dell’emergenza con Photoshop per poi essere smascherata e ammettere l’inganno.
La Russia dal canto suo è stata completamente con il fiato sospeso per gli incendi di proporzioni apocalittiche che hanno avvelenato l’aria della capitale. Le fonti ufficiali che si limitavano a dire che il tasso di mortalità era raddoppiato senza collegare le morti agli incendi.
E l’incendio intanto ha lambito le cosiddette foreste morte, i boschi dove si sono depositati i veleni radioattivi di Chernobyl, il più grande disastro nucleare della storia. Sembra che per fortuna le piogge abbiano evitato disastri ulteriori che sarebbero stati, secondo alcuni esperti, ben più gravi di Chernobyl stessa.
Insomma 40 anni son passati ma le più grandi potenze mondiali non hanno la tecnologia sufficiente a fermare del petrolio e degli incendi? Viviamo in un mondo sopravvalutato? Sviluppiamo tecnologia nella direzione sbagliata?
Come direbbe Armostrong, Louis, What a wonderful world.