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Usa, polizia uccide afroamericano armato. Scoppia la protesta a St. Louis

ST. LOUIS, 20 AGOSTO 2015 - A un anno esatto dall'uccisione da parte di un poliziotto di un venticinquenne nero a St.Louis, in Missouri, poco lontano da Ferguson, un altro afroamericano è morto in città per mano di un agente che ha sparato durante una perquisizione. E a St.Louis torna a montare la tensione, con la folla già scesa in strada per protestare

Stando alle prime ricostruzioni, gli agenti di polizia si apprestavano a perquisire un'abitazione quando due uomini si sono dati alla fuga da un ingresso posteriore. Ed e' nel tentativo di fermarli, rincorrendoli, che ha avuto luogo la sparatoria risultata fatale. In una stradina nei pressi dell'abitazione, uno dei due giovani ha cominciato a sparare contro i due agenti che lo inseguivano, che hanno risposto al fuoco ferendolo a morte. [MORE]

Secondo quanto riferito dalle autorità, sono stati in tutto quattro i colpi esplosi. Si sospetta che l'uomo colpito, identificato da media locali come Mansur Ball-Bey di 18 anni, fosse in possesso di un'arma rubata. L'altro giovane, un coetaneo afroamericano, è ancora in fuga. Mentre nell'abitazione sono state trovate tre pistole e delle dosi di crack, fa sapere ancora la polizia.

L'episodio ha avuto luogo proprio mente si radunava in strada una piccola folla per commemorare la morte di Kajieme Powell, un 25enne ucciso da un poliziotto il 19 agosto dello scorso anno, dieci giorni dopo la morte di Michael Brown a Ferguson, che è un sobborgo di St.Louis. L'inquietante coincidenza ha dato il via a un'ondata di proteste. La folla si è quindi diretta verso il luogo della sparatoria. La polizia ha fatto sapere che tre persone sono state arrestate, mentre secondo testimoni il numero degli arresti sarebbe superiore.

I precedenti casi. La morte di Michael Brown, il diciottenne afroamericano disarmato ucciso il 9 agosto di un anno fa, scatenò violente proteste durate diverse settimane. La sua vicenda aprì un dibattito in tutto il Paese sul comportamento delle forze dell'ordine nei confronti delle minoranze. Appena dieci giorni dopo i tragici fatti un altro ragazzo nero è stato ucciso dalla polizia in Missouri. Un 23enne armato di coltello è stato freddato a pochi chilometri da Ferguson, dove si tenevano le manifestazioni per l'uccisione di Brown. L'uomo si sarebbe rifiutato di gettare l'arma dopo avere tentato di rapinare un negozio.

Casi simili sono avvenuti anche a New York e Cleveland. Il 20 novembre un agente di polizia di New York ha aperto il fuoco e ucciso un ragazzo nero di 28 anni disarmato in una scala in un edificio a Brooklyn. Due giorni dopo, il 22 novembre, a Cleveland, in Ohio, un afroamericano di 12 anni viene colpito a morte dalla polizia mentre tiene in mano un'arma giocattolo.

Alcuni mesi dopo, il 7 marzo, Tony Robinson, 19enne afroamericano, muore in ospedale dopo essere stato raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco, sparati da un agente di polizia a Madison, nel Wisconsin. L'uccisione avviene a poche ore dalla marcia a Selma per ricordare quella del 7 marzo 1965, passata alla storia come la «Bloody Sunday» americana dopo che 600 attivisti furono attaccati dalla polizia con manganelli e lacrimogeni mentre attraversavano l'Edmund Pettus Bridge.

Risale invece al 4 aprile il caso del 50enne Walter Scott, ucciso a North Charleston, in South Carolina, dal poliziotto 33enne Michael Slager, che ha detto di avere aperto il fuoco contro la vittima perché temeva per la sua vita dopo che l'uomo gli aveva sottratto la pistola Taser durante un controllo stradale. Sempre ad aprile, Freddie Gray, giovane 25enne afroamericano, è rimasto ucciso durante l'arresto.

Infine ad agosto, un poliziotto bianco, in seguito licenziato, ha sparato e ucciso un afroamericano disarmato vicino Dallas, in Texas. L'agente ha aperto il fuoco contro il 19enne Christian Taylor dopo avere risposto a una chiamata per una presunta rapina in un concessionario di auto a Arlington, in Texas. 

Tiziano Rugi